Il Tribunale del Riesame per i minorenni di Lecce deciderà domani sull’istanza di scarcerazione presentata dai legali di Vittorio Luigi Colitti, il diciannovenne (minorenne all’epoca dei fatti) indagato in concorso con il nonno (Vittorio Colitti di 66 anni) per l’omicidio di Peppino Basile, il consigliere dell’Idv assassinato ad Ugento il 15 giugno del 2008. Nell’udienza di martedì scorso gli avvocati del giovane, Francesca Conte e Roberto Bray, hanno affermato la totale estraneità del loro assistito ai fatti contestati dal sostituto procuratore Simona Filoni. Dinanzi ai giudici Vittorio Colitti junior è scoppiato in lacrime, proclamando a gran voce la propria innocenza, e affidando ad una memoria difensiva le ragioni di alcune incongruenze sulle dichiarazioni fatte agli inquirenti. In particolare il ragazzo avrebbe mentito sull’orario in cui rientrò a casa quella tragica notte, ma solo per sfiducia nella giustizia e per paura di possibili ritorsioni. Dopo aver incassato il rigetto dell’istanza di scarcerazione del nonno, l’avvocato Conte punta a dimostrare la non attendibilità dell’unica testimone: la bimba di sei anni (ne aveva quattro allora) che avrebbe assistito all’omicidio da parte dei due Colitti. A tal proposito si terrà il prossimo 23 dicembre, in forma di incidente probatorio, l’audizione della piccola. L’incidente probatorio consente l’acquisizione di una prova durante le indagini preliminari. Tale prova potrà poi essere utilizzate durante un eventuale processo ordinario.
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