GUARDA IL VIDEO. Bilancio positivo per la “Giornata dell'acqua” che si è svolta domenica scorsa a Corigliano. La rete di associazioni ambientaliste salentine, d'intesa con il Comune, porterà avanti nuove azioni per fermare la discarica
Non si spengono gli echi della “Giornata dell’acqua” organizzata domenica scorsa a Corigliano d’Otranto dal Coordinamento Civico per la tutela del territorio e della salute, per dire “no” alla realizzazione della discarica di servizio sulla falda idrica profonda. Gli organizzatori definiscono “promettenti” gli esiti dell’incontro pubblico dal titolo “Discarica sulla falda: la scienza dice no, ma la politica dice sì”, che ha fatto seguito al coloratissimo sit-in del mattino, dove sono convenuti gruppi ciclistici e motoclisti di Lecce, Maglie e Tricase, gli aquilinosti di San Cataldo ed ultraleggeri dell’aeroclub di Collemeto. “La grande credibilità degli esponenti e degli esperti delle associazioni dei cittadini ha sicuramente avuto la meglio sull’approccio inizialmente tecnicistico adottato dai politici intervenuti, la cui presenza ha tuttavia conferito all’incontro un carattere d’innovativo laboratorio tra cittadinanza ed amministratori, conclusosi con l’assunzione pubblica di impegni molto concreti”, spiega Oreste Caroppo portavoce del Coordinamento Civico, che aggiunge: “Non siamo intenzionati a mollare; su questo problema andremo fino in fondo chiamando in causa il Presidente del Consiglio, i Ministri componenti il comitato ministeriale per la tutela del suolo, il Presidente della Repubblica e la Corte di Giustizia Europea”. L’obiettivo del Coordinamento – rete che raccoglie una quarantina di associazioni salentine – è quello di non consentire l’entrata in esercizio della discarica di Corigliano d’Otranto perché – precisa Caroppo – “è una scelta illegale in quanto vìola la normativa nazionale ed europea che vieta la gestione di rifiuti e lo scavo di cave sulle falde acquifere; è un atto contro la scienza perché gli ultimi studi seri e indipendenti del CNR e dell’università del Salento hanno dimostrato l’estrema vulnerabilità della falda di Corigliano e la grande permeabilità delle rocce di quel sito; è un crimine contro il buon senso perché non rispetta i più elementari principi di precauzione alla luce di quanto successo a Bitonto solo sei mesi fa, dove la falda sotto la discarica si è irrimediabilmente inquinata; è una soluzione inutile perché finanziando subito il previsto impianto di compostaggio di Melpignano e avviando una raccolta differenziata vera non ci sarebbe più a da depositare sulla falda di Corigliano”. Secondo il coordinamento civico, inoltre, è “assurda la neutralità e l’inesistenza dell’acquedotto pugliese in questa vicenda, la cui assenza e incapacità decisionale, unite a posizioni affrettate e contraddittorie rispetto a quelle del recente passato fanno rabbrividire: è penosa la ità che le istituzioni malgovernate dalla politica e gli organi tecnici al loro soldo hanno saputo dimostrare nel confezionare questo regalo di Natale al veleno per tutti gli elettori salentini”. Intanto le associazioni incassano l’ “ok” del Comune di Corigliano a portare avanti le previste azioni legali per fermare la discarica, in sede nazionale ed europea. Ma c'è di più. Oltre al sindaco Ada Fiore, all'incontro erano presenti i consiglieri regionali Aurelio Gianfreda e Piero Manni. Quest'ultimo ha annunciato la proposta fatta all’assessore regionale all’Ambiente, Onofrio Introna, di istituire una speciale commissione aperta agli esperti delle associazioni per approfondire la questione della discarica sulla falda. L'incontro organizzato dal Coordinamento civico si è aperto con le relazioni tecniche di Antonio De Giorgi, energy manager, e Paolo Sansò, geologo e docente del Dipartimento di Geologia ambientale dell'Università del Salento:
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding