Mafia a Brindisi, bomba al chiosco del nuovo collaboratore Andrea Romano

L’ordigno ha completamente distrutto la struttura in piazza Di Summa adibita a vendita del pane: era intestata alla moglie. Dell’acquisto, il brindisino aveva riferito ai pm della Dda lo scorso 15 gennaio spiegando di averlo intestato alla moglie: per gli investigatori si tratta di una ritorsione nei confronti della famiglia dell’aspirante pentito

Brindisi – L’esplosione prima dell’alba. Un boato fortissimo che ha svegliato i residenti della zona. Il chiosco della piazza completamente distrutto. Distrutto da una o più bombe collocate davanti all’ingresso della struttura di fronte al vecchio ospedale Di Summa: era del nuovo collaboratore di giustizia, Andrea Romano, 35 anni, dalla fine di dicembre ristretto in una località protetta.

LA BOMBA E L’ESPLOSIONE: AVVERTIMENTO PER L’ASPIRANTE PENTITO

Non ci sono telecamere nella zona o almeno non ci sono occhi elettronici funzionanti, il che rende più difficile il lavoro d’indagine affidato ai carabinieri di Brindisi. Ma la certezza è una: l‘attentato è stato programmato e realizzato per dare un chiaro segnale alla famiglia di Romano entrato ufficialmente a far parte delle fila dei dichiaranti, anticamera per ottenere il riconoscimento di collaboratore di giustizia a tutti gli effetti e, infine, pentito di mafia.

Romano nel corso del primo incontro con i pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, l’aggiunto Guglielmo Cataldi e i sostituti Giovanna Cannalire e Carmen Ruggiero, ha fatto mettere nero su bianco la propria volontà di rispondere a tutte le domande dei magistrati che per la prima volta lo hanno accusato di essere stato a capo di un gruppo di stampo mafioso a Brindisi, dopo essere stato a lungo affiliato a Francesco Campana. Consapevole – si legge – che le sue dichiarazioni potranno essere utilizzate sempre nei suoi confronti e che con riferimento a circostanze che attengono alla responsabilità di altri, assumerà la veste di testimone. Romano che in carcere sta scontando la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Cosimo Tedesco, 52 anni, ha firmato. E ha iniziato a rispondere.

LE DISPONIBILITA’ FINANZIARIE DI ANDREA ROMANO

Ha ricostruito le attività poste in essere dal suo clan, dopo aver confessato di essere il capo e quando gli è stato chiesto di chiarire l’aspetto relativo alle disponibilità di denaro, Romano ha fatto riferimento al chiosco distrutto dall’ordigno. Il verbale è quello del 15 gennaio, depositato dai pm dell’Antimafia lo scorso venerdì, in occasione dell’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Lecce, in cui il brindisino è imputato assieme a 57 persone per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Quel giorno a interrogarlo era la pm Cannalire ed è a lei che Romano ha svelato gli investimenti realizzati, facendo anche il nome di sua moglie.

“Angela Coffa – dice – è mia moglie. Su mia disposizione riceveva somme di denaro, talvolta anche ingenti del tipo 20mila euro che servivano sia per le necessità quotidiane, sia per affrontare le spese legate alla mia detenzione, nonché per provvedere su mia disposizione all’acquisto di autovetture o immobili ovvero per la ristrutturazione di appartamenti nella mia disponibilità”.

IL CHIOSCO ACQUISTATO IN PIAZZA DI SUMMA

Quanto agli immobili, Romano precisa: “C’è quello di in via Favia a Brindisi e c’è quello in piazza Raffaello”. E’ qui, nell’abitazione che si affaccia in piazza Raffaello, rione Sant’Elia, che si consuma l’omicidio di Tedesco, 52 anni, ucciso a colpi di pistola da Romano la mattina del primo novembre 2014.

E’ stato anche acquistato un chiosco adiacente il vecchio ospedale di Summa che doveva essere inaugurato a marzo 2020 ed è stato intestato direttamente a mia moglie Angela”, si legge nel verbale. “Quest’ultima aveva la piena disponibilità di tutte queste somme di denaro che le facevo di volta in volta recapitare quale provento di tutte le mie attività illecite”.

Che ci sia un collegamento diretto tra l’esplosione e queste dichiarazioni appare evidente. Del resto la storia provincia di Brindisi e delle collaborazioni con la giustizia, racconta di ordigni che colpiscono attività o auto riconducibili alla famiglia di chi inizia a parlare.

Titolo fb: Brindisi, bomba distrugge chiosco del nuovo collaboratore di giustizia

L’esplosione nella notte. Andrea Romano, 35 anni, ha riferito ai pm dell’Antimafia di Lecce di aver acquistato quella struttura e di averla intestata alla moglie.

 

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