Monitoriamo gli appalti pubblici

L'Osservatorio provinciale è una richiesta della categoria Costruzioni di Confartigianato Imprese Lecce

Nei giorni scorsi, una rappresentanza composta da Luigi Marullo, presidente della categoria Costruzioni, e Giuseppe De Blasi, suo vice, è stata ricevuta da Massimo Como, assessore provinciale ai Lavori pubblici. Nell’occasione sono state affrontate le problematiche inerenti il settore edile e sono state formalizzate alcune proposte per superare la crisi. Riguardo alle problematiche, sono state individuate quattro cause: il mancato rispetto del prezziario regionale, il massimo ribasso senza correttivi nelle gare oltre un milione di euro, l’ingiustificato ricorso al sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa per importi minori e i ritardi nella liquidazione dei corrispettivi da parte delle amministrazioni appaltanti. “Spesso – spiega Marullo – i prezzi previsti sono del tutto fuori mercato, determinando così uno squilibrio tra le prestazioni ed il corrispettivo, peraltro soggetto ad ulteriore ribasso. Possono nascere, poi, infiniti contenziosi tra l’ente appaltante e l’impresa aggiudicataria, oltre ad una concorrenza sleale nei confronti delle imprese che, rispettando rigorosamente le regole, sono costrette a non partecipare a simili gare”. A tal proposito, nei giorni scorsi, Mario Vadrucci, consigliere regionale, ha presentato una proposta di legge che dichiara illegittime le procedure che non rispettano il prezziario regionale. Circa il massimo ribasso senza correttivi oltre un milione di euro, va ricordato che, in due recenti gare, la Provincia di Lecce ha registrato ribassi del 40,63 per cento (nel caso dell’ampliamento del liceo scientifico di Nardò) e del 45,7 per cento (nel caso della messa in sicurezza ed adeguamento a norma di alcuni edifici scolastici in Alessano, Lecce, Maglie, Martano e Galatina). Va sottolineato, però, che la media è del 24-25 per cento. “Sul problema degli eccessivi ribassi – riferisce Marullo – tutte le associazioni di categoria, assieme ai rappresentanti sindacali, invocano, da tempo, interventi correttivi all’attuale legislazione. Siamo consapevoli – dice – che la Provincia ha operato in conformità di legge, così come siamo consapevoli che, prima di tutto, devono essere gli stessi imprenditori a non lasciarsi coinvolgere in questa rischiosa corsa al ribasso. Ma allo stesso tempo siamo anche convinti che, già nella fase progettuale e in quella, successiva, della scelta del metodo di aggiudicazione, gli enti appaltanti possano arginare questa cattiva prassi. Ad esempio – e qui siamo alle proposte – ricorrendo con una maggiore frequenza al sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa oppure evitando di accorpare, in un unico progetto, interventi di importi minori, come nel caso della messa in sicurezza degli edifici scolastici”. In altre parole, se la Provincia eleva l’importo ad oltre 1.500.000 di euro, a fronte di interventi per ogni singolo plesso pari a 300mila circa, non fa altro che ridurre fortemente la concorrenza, a scapito delle piccole imprese. Così come l’ingiustificato ricorso al sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa (auspicabile per lavori di importi elevati e di particolare natura) può diventare uno strumento di esclusione se adottato per lavori di importo minore. E’ significativo, in questo senso, il caso della gara bandita dal Comune di Scorrano, per lavori di ampliamento, ristrutturazione ed adeguamento di un asilo nido, con un importo a base d’asta di appena 288.646 euro. L’ultimo fattore di crisi, ultimo ma non per importanza, è il ritardo nella liquidazione dei corrispettivi da parte delle amministrazioni appaltanti. “Ogni giorno – rivela Marullo – le associazioni di categoria ricevono dai propri associati numerose segnalazioni. Dopo aver impegnato ingenti risorse proprie ed aver fatto ricorso al credito bancario sino al limite delle proprie possibilità, le imprese attendono invano il pagamento per i lavori eseguiti. E’ evidente che a soffrire di più sono le piccole imprese, giunte ormai al collasso. Qui sono chiare le responsabilità della Regione per il ritardato trasferimento delle risorse”. Pertanto, conclude Marullo: “Sarebbe opportuno istituire un Osservatorio provinciale, opportunamente informatizzato e in grado di raccogliere i dati sulle gare, analizzarli e seguirne le varie fasi, compresa quella realizzativa. Un sistema di monitoraggio, insomma, che veda coinvolte attivamente le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali”.

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