Affitti salati e contratti spesso non in regola. Guardia di finanza e sindacato Sunia hanno promosso un’indagine sulle abitazioni leccesi destinate agli studenti fuori sede
200 euro al mese se ci si accontenta della periferia; molto di più se si sceglie il centro città. Sono gli affitti medi di un posto letto per gli universitari fuori sede che studiano presso l’Ateneo salentino. Costi che sono lievitati in maniera esponenziale negli ultimi anni e che sono diventati oggetto di un’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Lecce. Le fiamme gialle hanno infatti distribuito agli studenti che arrivano a Lecce da fuori città un questionario che obbliga a dichiarare la propria condizione abitativa e che prevede sanzioni per i locatori non in regola ma anche per gli stessi affittuari che dichiarino il falso. E’ guerra aperta, dunque, agli abusi ai danni degli studenti. La spesa per la casa è, infatti, la più consistente uscita che gli studenti devono sostenere per poter studiare. In molti casi, quando cioè essi provengono da Comuni lontani dal capoluogo e sono impossibilitati a fare i pendolari, affittare un posto letto è l’unico modo per riuscire a seguire lezioni e seminari e tenersi al passo con il programma di studi. Purtroppo però in molti casi un affitto così alto non è motivato da servizi reali, anzi. “Spesso – spiega Mario Vantaggiato, responsabile del settore privato del Sunia, Sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari, che ha promosso l’indagine sulle abitazioni destinate agli studenti – oltre al caro affitto riscontriamo scarso livello degli appartamenti che risultano poco arredati, dotati di impianti non a norma e quasi sempre senza riscaldamento”. Inoltre non sono rari (sono anzi quasi la norma) violazioni contrattuali, contratti in nero e non registrati, subaffitti, addebiti agli inquilini di spese di pertinenza del locatori. Meglio pensarci per tempo. Forse sarà possibile evitare, per l’anno accademico in apertura, qualche fregatura in più.