La proposta di prolungamento del periodo di cassa integrazione non viene accolta. Teresa Bellanova accusa: “dal centrodestra solo spot mentre le imprese salentine sono al collasso”
Dopo aver presentato un emendamento, respinto dal Governo, per chiedere di prolungare, almeno fino alla fine del 2010, le settimane di cassa integrazione dalle attuali 52 a 104 per fronteggiare la grave crisi occupazionale, l’on. Teresa Bellanova, parlamentare del PD e componente della Commissione Lavoro della Camera, si è vista respingere oggi anche un ordine del giorno sullo stesso tema. “Il Governo ha asserito più volte di voler affrontare la crisi e sostenere le imprese – commenta la deputata- ma alle parole non corrispondono i fatti, come ormai da prassi con questo esecutivo. Il centrodestra ha respinto prima un emendamento e poi un ordine del giorno contenenti una proposta che avrebbe contribuito a tutelare non solo i lavoratori, ma anche le imprese che, nel nostro territorio, sono al collasso. Anche i rapprensentanti salentini del centrodestra, che a ogni occasione utile si dicono portavoci della “questione meridionale” oggi hanno dimostrato – votando contro – che le loro sono solo parole per spot televisivi. Ciò che si proponeva con l’ordine del giorno aveva numerosi vantaggi sia per i lavoratori che per le imprese, tra cui il fatto non trascurabile che la cassa integrazione ordinaria costa meno di quella straordinaria e consente l’accesso anche alle aziende con meno di 15 dipendenti. Il Salento è pieno di aziende piccole, che proprio per questo avrebbero potuto essere adeguatamente sostenute. In questo momento di crisi, molte imprese hanno difficoltà persino a sopportare i costi dell’attivitazione delle procedure di licenziamento, con il grave rischio di scivolare addirittura nel fallimento. Tutto questo mentre l’Inps dichiara un attivo di ben 11 miliardi di euro, avendo quindi ampia disponibilità a un momentaneo prolungamento del periodo di cassa integrazione. “Mi chiedo -conclude la Bellanova- con quale coerenza coloro che hanno votato contro quest’ordine del giorno possano dirsi, sul nostro territorio, impegnati ad affrontare la crisi, ad aiutare i lavoratori e le imprese in difficoltà”.