Durante l’omelia di domenica mattina don Stefano Rocca aveva chiesto sette volte perdono a Peppino Basile. Perdono per non aver fatto tutto il possibile per trovare i responsabili della sua morte. E perdono per l’indifferenza, per la freddezza. Perdono per sette motivi. E forse di più. E la sera di domenica è stato un corteo di circa 400 persone a chiedere scusa al consigliere ucciso. Un corteo silenzioso che è partito poco prima di mezzanotte da piazza Colosso ed ha raggiunto via Nizza, dove Basile abitava, verso l’una, l’orario in cui l’esponente dell’Italia dei valori è stato assassinato. Per le strade di Ugento toccate dal corteo si sentivano solo i passi dei partecipanti alla fiaccolata di cordoglio che in toni mai scomposti si sono diretti fino a casa del consigliere. Vi hanno preso parte anche Eugenio Ozza, sindaco di Ugento, Francesco Pacella, assessore comunale e da poco anche consigliere provinciale del PdL, Biagio Marchese, presidente del Consiglio, Gianfranco Coppola, neo-eletto consigliere provinciale di Italia dei valori, e Pierfelice Zazzera, deputato di Idv. Quando il corteo ha raggiunto via Nizza, tutti i presenti hanno posto la propria candela in un vaso dove la moglie di Peppino aveva piantato dei fiori rossi. “Peppino Basile vive ancora”, diceva lo striscione che apriva il corteo; “Verità e giustizia per Peppino”, invocava un altro. Erano in quasi 400, domenica notte, a chiederlo.
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