G8. Il dispositivo di sicurezza dei CC

I carabinieri presenti sul posto, hanno potuto contare su una cornice di sicurezza ad ampio raggio fornita dalla copertura offerta dai dispositivi di tiratori scelti

In occasione del vertice dei ministri delle finanze dei G8 anno 2009, i carabinieri presenti sul posto, hanno potuto contare su una cornice di sicurezza ad ampio raggio fornita dalla copertura offerta dai dispositivi di tiratori scelti i “condor”, uomini di provata esperienza, che svolgono il loro oscuro lavoro lontani anni luce dai riflettori, impiegati in eventi eccezionali di risonanza mondiale, dove la sicurezza della personalità è fondamentale. Da anni si appostano sui tetti, con la speranza di non dover mai intervenire, visto che sono capaci di centrare una monetina da 5 centesimi di euro da 500 metri di distanza in qualsiasi condizione climatica ed ambientale. Ciascun “team”, che è composto da tre unita, si sceglie il settore di competenza, vagliando attentamente l’ambiente in cui gli stessi dovranno operare, senza trascurare il minimo particolare. Per l’occasione si sono posizionati su alcuni palazzi che si affacciano sui punti strategici dell’area interessata al G8, portando con sé strumenti e armi di altissima precisione. Gli incarichi e le armi variano a seconda della missione loro affidata. Due, con compiti di controllo di massa, hanno in dotazione due fucili, un “FAL G3” di precisione (2 serbatoi con 20 colpi ciascuno) con cannocchiale telescopico ed un fucile a pompa “Spass” con cinque cartucce a palla singola cal. 12. Con tali armi hanno il compito di contrastare eventuali azioni compiute da più soggetti. L’altro Carabiniere ha in dotazione una carabina “Accurasi”, di fabbricazione statunitense, a colpo singolo con cannocchiale laser, che attraverso il visore rileva i dati utili per il tiro, come la distanza dell’obiettivo e l’angolazione di quest’ ultimo rispetto al tiratore nonché una carabina “Mauser”, di fabbricazione tedesca, anch’essa a colpo singolo, dotato di un cannocchiale di precisione. Con queste armi si fronteggiano il singolo criminale intenzionato a colpire la personalità. Il “team” ha inoltre in dotazione un telemetro con puntamento laser, sul cui display una croce graduata ed un led luminosi indicano i parametri necessari al tiro. Tutti i condor sono provvisti di visori notturni ad infrarossi ed a intensificazione luminosa. Quest’ultimo consente di vedere nitidamente anche in condizioni di totale assenza di luce. Alla base della professione di tiratore scelto fondamentale è l’addestramento specifico e continuo, oltre alla conservazione di nervi saldissimi e ad una impeccabile concentrazione, perché in una frazione di secondo potrebbe trovarsi nella condizione di dover decidere se premere il grilletto per uccidere o per ferire. In questi casi il militare deve agire tempestivamente, senza ricevere consigli da nessuno, non avendo il tempo per farlo. Sulla scorta dell’esperienza maturata dovrà stabilire se per far fronte alla minaccia potrà essere sufficiente un ferimento del malintenzionato per immobilizzarlo oppure ricorrere alla drastica soluzione. Dalla sua indecisione, infatti, gravissime potrebbero essere le conseguenze sul piano internazionale, fermo restando che le personalità siano di levatura nazionale ed internazionale.

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