Casarano. Permuta palazzi. E' polemica

Uno scambio. Palazzo De Judicibus con Castello Pio. Tra il Comune di Casarano e la Provincia di Lecce. Ma c'è aria di polemica

La vicenda dello scambio di palazzo De Judicibus con Castello Pio, tra il Comune di Casarano e la Provincia di Lecce, giunge sulle scrivanie della Procura. Nelle scorse settimane, infatti, la società “San Giovanni srl”, che gestisce all’interno di Castello Pio una comunità terapeutica residenziale, ha inviato alla Procura della Repubblica di Lecce un esposto con il quale chiede “di valutare se sussista ipotesi di reato nelle dichiarazioni non veritiere” contenute nel verbale della 7^ e 2^ Commissione provinciale del 23 febbraio scorso e “di perseguire la stessa ove emergano elementi di penale responsabilità”. Il riferimento della società è alle dichiarazioni rese in quell’occasione da Claudio Casciaro, presidente della 7^ commissione. Il candidato sindaco del centro-destra, sponsor dello scambio tra i due immobili, dichiarò infatti che il aosta degli eredi Pio al trasferimento del bene dalla Provincia al Comune di Casarano sarebbe stato acquisito. Secondo la società, è sulla base di questa affermazione, “non veritiera”, che i commissari avevano espresso parere favorevole alla transazione, dando quindi il via libera al Consiglio Provinciale che il 9 aprile scorso votò all’unanimità la relativa delibera. La “San Giovanni srl”, inoltre, ha inviato alla Provincia, per gli stessi motivi, una richiesta di anamento in autotutela della delibera. Casciaro difende con forza la proposta di scambio ed esibisce, per difendersi, la risposta del presidente della Provincia, sen. Giovanni Pellegrino, alla richiesta della società di anare la delibera. “La delibera CP n. 26 del 09/04/09 – scrive Pellegrino – non lede alcun Vs. diritto”, innanzitutto perché contiene “un’approvazione solo in linea di massima di una possibile vendita o permuta” del castello, “in vista della quale si è chiesto al Comune di Casarano di voler precisare per quali destinazioni intende acquisire la proprietà provinciale, nonché di manifestare la propria disponibilità a subentrare nel rapporto locativo in atto con codesta Società. Va da sé – conclude il presidente – che se tale disponibilità venisse positivamente manifestata, non vedo cosa codesta Società potrebbe lamentare”. Per rispondere a quanti hanno definito lo scambio “illogico” e “insensato” per la differenza tra i due immobili dal punto di vista storico-architettonico (palazzo de Judicibus è del XVI sec.; il castello risale solo al 1933), Casciaro ha esibito i valori catastali dei due immobili: € 1.170.000 il castello; € 800.000 il palazzo cinquecentesco.

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