A Collepasso
Fosse ancora vivo il grande Fabrizio De Andrè, forse sarebbe rimasto anche lui colpito dal vedere prendere forma e vita una delle sue storie più famose. Forse Bocca di Rosa è viva e si trova a Collepasso. Forse le “comari di questo paesino” stanno pensando di non “limitarsi più all’invettiva” e di intraprendere strade più concrete.
All’incirca intorno alla mezzanotte tra il 29 e il 30 maggio un intero quartiere di Collepasso è stato sommerso di volantini manoscritti e fotocopiati recanti un messaggio molto chiaro. “Da qualche tempo nel nostro rione c’è una ZOCCOLA via le zoccole dal nostro paese firmato donne oneste” recita il primo scritto. Più sintetico il secondo: “salvaguardiamo i nostri mariti via la ZOCCOLA firmato mogli oneste”. Entrambi senza punteggiatura. Entrambi con la parola “via” sottolineata forse con l’intento di indicare come la ipotetica Bocca di Rosa risieda nello stesso quartiere: quello Tafuri, posizionato a sud del paese verso Casarano. Immediatamente sono partite le “indagini” dei più attenti osservatori della vita sociale del paese e il cerchio sembra stringersi attorno a poche sospettate, per ciò che riguarda la sopra citata donna di mal costume. Più ardua, invece, appare l’identificazione della, o delle, autrici degli scritti. Da questi, infatti, traspare una certa attenzione ai particolari: scritta con pennarello nero (presto saranno disponibili le immagini dei volantini) dai caratteri visibilmente anonimi e studiati per non avere nessun richiamo con stili o calligrafie. Nei prossimi giorni cercheremo di seguire questa simpatica vicenda e di comunicare tempestivamente ogni ulteriore sviluppo delle “indagini”. Sempre che qualcuna delle protagoniste non intenda confidarci la sua esperienza.