Quest'estate circa 50 giovani salentini solcheranno le terre di Russia, Malta e Tunisia, grazie ai programmi di mobilità giovanile della Provincia di Lecce
Tre nuovi progetti di mobilità giovanile che offrono nuove opportunità ai giovani del Salento. Sono quelli approvati dalle competenti autorità internazionali e che si realizzano nell’ambito dei rapporti di collaborazione tra l’assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Lecce e il CTS di Lecce. I nuovi progetti approvati consentiranno a circa 50 ragazzi salentini di recarsi nei mesi di luglio e agosto a Malta, a San Pietroburgo e a Tunisi, per un periodo che varierà dai 7 ai 10 giorni. Particolarmente significativa sarà la residenza a Tunisi dove, per la prima volta nella storia degli scambi con il paese nordafricano, i giovani salentini saranno ospitati presso famiglie della città. Il viaggio a San Pietroburgo fa seguito all’accoglienza di un gruppo di giovani studenti di quella città ospitanti lo scorso autunno nella cittadina di Specchia. Obiettivo degli scambi è il confronto tra i giovani attraverso la conoscenza diretta dei luoghi, delle abitudini, degli stili di vita e delle tradizioni, come strumento fondamentale per la formazione dei cittadini europei e per la costruzione di una cittadinanza attiva, responsabile e dialogante. “L’approvazione di questi nuovi progetti – sottolinea Luigi Calò, l’assessore provinciale alle Politiche giovanili- rafforza la collaborazione con il Cts Lecce e premia la continuità dell’impegno della Provincia in tema di politiche giovanili ed, in particolare, sulle attività di scambi internazionali”. “Voglio sottolineare che sono stati circa 1000 i giovani ospitati nel Salento nell’ambito delle attività di mobilità giovanile e circa la metà i giovani salentini che hanno potuto vivere l’esperienza di un confronto all’estero con i loro coetanei in Paesi quali la Tunisia, il Portogallo, la Spagna, l’Ungheria, la Bulgaria, la Romania, la Grecia, Cipro, Malta e la Polonia, nazione, quest’ultima, con la quale gli scambi si sono rivestiti del significato particolare dato dall’esperienza di Auschwitz”, conclude Calò.