Taranto, Ex Ilva: Studio Oms conferma i dati su danno sanitario

Di Daniela Spera

È stata presentata oggi l’anteprima del Rapporto di Valutazione d’impatto sanitario delle attività dell’impianto siderurgico di Taranto. Lo studio, condotto dall’Oms e commissionato dalla Regione Puglia, sarà ufficialmente presentato nella sua versione integrale in lingua inglese tra qualche settimana. La conferenza, svoltasi online sulla pagina della Regione Puglia e moderata da Prisco Piscitelli, delegato del Presidente per i rapporti con l’Oms, ha visto la partecipazione del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, di Francesca Racioppi, direttrice del Centro europeo per l’Ambiente e la Salute dell’Oms (Bonn), di Marco Martuzzi, direttore del dipartimento Ambiente dell’Istituto Superiore di Sanità (Roma), di Pasqualino Rossi, intervenuto al posto di Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute (Roma) e di Cosimo Nume, presidente dell’Ordine dei Medici di Taranto.

Non è un caso che l’evento si sia svolto a pochi giorni dall’accoglimento del Tar Lazio del ricorso presentato da Acciaierie d’Italia contro il diniego all’accesso ai dati impiegati per la Valutazione del Danno Sanitario (Vds). La richiesta era stata formulata dall’azienda siderurgica proprio per contestare l’attendibilità della Vds, che nel 2012, la Regione Puglia, ha predisposto con approvazione della Legge Regionale 24 luglio 2012 n. 21 per gli stabilimenti industriali soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale e siti di interesse nazionale di bonifica quali Brindisi e Taranto.

Proprio sulla Vds il Presidente Emiliano, intervenuto in apertura dell’incontro, si è soffermato per rivendicarne la grande valenza scientifica, e, ricordando le sentenze scaturite da Ambiente svenduto, ha aggiunto che ‘i processi non risolvono nulla, anzi spesso sono una magra consolazione, ciò che serve è risolvere i problemi’.

Francesca Racioppi ha spiegato che l’idea dello studio nasce nel 2019 con quattro obiettivi:

  • Esaminare e valutare le evidenze disponibili sulla salute e sui determinanti sanitari legati all’attività dello stabilimento ex Ilva e a tre scenari di emissioni nell’ambito delle misure richieste dall’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) del 2012;
  • Valutare gli impatti sulla salute più significativi, utilizzando approcci qualitativi e/o quantitativi, a seconda della disponibilità dei dati;
  • Valutare le possibili implicazioni sanitarie su altri determinanti, oltre all’inquinamento atmosferico, rilevanti a Taranto e nelle aree circostanti, per caratterizzare ulteriormente il contesto locale e i maggiori fattori ambientali, nonché l’impatto diretto delle emissioni industriali;
  • Fornire raccomandazioni per linee di lavoro futuro.

Gli studi considerati dal punto di vista metodologico sono stati: la Valutazione del Danno Sanitario (versione 2018), lo Studio Sentieri e il Piano Strategico di sviluppo e valorizzazione dell’area di Taranto.

Marco Martuzzi ha spiegato che per l’area di riferimento comprendente Taranto, Statte e Massafra, lo studio ha valutato in primis le emissioni e quindi le concentrazioni degli inquinanti; da queste è stata valutata l’esposizione e infine l’impatto sulla salute. Sono stati anche misurati i costi economici conseguenti risultati notevoli.

Tre gli scenari di emissioni di PM2,5 considerati: 2010 (pre AIA), 2012 (AIA), 2015 (post AIA). I risultati, in sostanza, confermano tutti i dati emersi dagli studi sanitari fatti sino ad oggi, nonostante abbiano presentato alcuni limiti nella metodologia dovuti a difficoltà di mettere a sistema i dati e al periodo pandemico che non ha consentito la valutazione in loco di altri aspetti. Francesca Racioppi ha spiegato che ciò è dovuto non alla mancanza di dati ma alla capacità di renderli disponibili. I dati esaminati dal progetto non hanno ad esempio consentito di stimare accuratamente gli impatti sulla salute meno gravi della mortalità o quelli che riguardano i bambini.

Pasqualino Rossi ha infine ricordato che è necessario guardare all’ambiente in un contesto più ampio, non come tema isolato, perché rientra nella grande tematica della tutela della salute umana. Cosimo Nume ha manifestato la propria disponibilità a collaborare allo studio sotto l’aspetto tecnico.

Le conclusioni dello studio sono state comunque inequivocabili:

  • L’impatto degli impianti ex-Ilva è stato considerevole, ma non ancora del tutto caratterizzato. Mentre le emissioni dirette nell’aria sono relativamente ben monitorate, si sa meno di altre vie di esposizione che coinvolgono matrici diverse come il suolo o l’acqua;
  • Le emissioni nell’aria dell’impianto ex-Ilva, se tradotte in concentrazioni di PM, sono causa di eccessi di mortalità e altri impatti negativi sulla salute, con relativi costi economici;
  • Le stime di questo rapporto sono pienamente in linea con le valutazioni precedenti, effettuate dalle autorità regionali e da altri ricercatori.

La diretta: https://fb.watch/aGvrvt07BC/

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