Il mondo dei rifiuti costituiva uno degli interessi di Peppino Basile ed una delle tante battaglie intraprese per il bene del suo paese e dei suoi concittadini. La notte in cui venne assassinato, egli si era recato proprio nell’area della discarica Burgesi assieme ad un amico. Aveva iniziato ad interessarsi a quel sito da quando il suo amico Bruno Colitti, imprenditore del luogo, aveva denunciato alla Procura che l’azienda incaricata della bonifica del luogo, in realtà invece di smaltire i rifiuti, li aveva occultati sotto il terreno. Il ritrovamento del telone sul quale, stando alle parole di Colitti, vennero appoggiati i fusti di pcb, ed il sequestro della discarica da parte della Guardia di finanza, proverebbero le dichiarazioni dell’imprenditore.
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