Presentato ad Alessano un libro dedicato a don Tonino Bello
Ad Alessano, città natale di don Tonino Bello, un evento dedicato alla presentazione del libro “Don Tonino Bello, Croce e fisarmonica – Normalità di un uomo straordinario”. L’opera, edita da Manni, è stata scritta da Salvatore Leopizzi, parroco della chiesa S. Antonio da Padova di Gallipoli
Si è svolto nei giorni scorsi, ad Alessano (Lecce), un evento dedicato alla presentazione del libro “Don Tonino Bello, Croce e fisarmonica – Normalità di un uomo straordinario”. L’opera, edita da Manni, è stata scritta da Salvatore Leopizzi, parroco della chiesa S. Antonio da Padova di Gallipoli. Di fronte ad un pubblico di giornalisti, docenti, studenti, familiari e amici Don Tonino, si è realizzata una conferenza tematica, organizzata dalla Libreria Idrusa, in collaborazione con Radio Venere. Nel parterre dei relatori erano presenti, tra gli altri, Don Stefano Rocca, parroco di Ugento e già allievo di Don Tonino; Don Marcellino Brivio, parroco del Carcere di Opera(Mi); Luigi Russo, Presidente del Centro Servizi Volontariato Salento e moderatore del dibattito. Con questa iniziativa, don Salvatore Leopizzi ha inteso mettere a fuoco le doti umane e religiose dell'ex Presidente della Sezione Italiana di Pax Christi, nella proposta di riflessioni legate alla saggezza di un missionario cosmopolita, abituato a “pensare globalmente e agire localmente”. L'ex vescovo di Molfetta, incarnando i significati della Croce e della Fisarmonica, ha dedicato l’esistenza alla difesa non violenta, al disarmo, al volontariato, al disagio giovanile, ai minori, agli immigrati, agli studenti ed ai disoccupati, manifestando sempre disponibilità e premura, con una tenacia simile agli ulivi della sua terra. La prefazione al testo, curata da Mons. Luigi Bettazzi, esemplifica con efficacia le virtù del presule salentino, nel ricorso ad un passo della Lettera agli Ebrei(3,4): “Benché morto, parla ancora” (“defunctus adhuc loquitur”). L'esempio di una esistenza donata completamente all'aiuto dell'umanità più povera e sofferente, infatti, risuona come una fonte di sapienza, in grado di mobilitare le coscienze più sensibili di un pianeta spesso silente di fronte ai drammi sociali. Il convegno ha dato voce a coloro che hanno potuto conoscere da vicino la tenacia di un uomo semplice e straordinario:l'autore del libro, difatti, lo ha conosciuto negli anni Ottanta, divenendo grande amico e compagno di viaggi missionari. Don Rocca, invece, ne ha colto la forza vitale nel periodo di formazione teologica presso il seminario di Molfetta, laddove, in concomitanza con gli sbarchi dei profughi albanesi(anni Novanta), ha assimilato la forza tenace di penetrare nei bisogni reali della comunità, col sostegno di due segni avvincenti: il grembiule – espressione di una chiesa al servizio dei bisognosi – e l'arcobaleno, emblema di pace, da tessere sul mondo. L'intervento di Don Brivio, infine, ha trattato gli insegnamenti derivanti dall'approccio agli scritti di Tonino: dal testamento di idee di quest’ultimo emerge la forza di additare e al contempo assumere precise responsabilità, da rispettare nei ruoli conferiti, con impegno e dedizione. Gli scritti del vescovo alessanese inducono a pensare ai discorsi di un uomo che veicola la pienezza del cuore, ” colmo dell'amore di Dio e delle storie dei fratelli”. Questo identikit si è incentrato sulle spiccate capacità comunicative, efficaci al punto di raggiungere il fondamento delle cose, piegando la lingua all’effettività dei significati. Il ricordo di don Tonino, pertanto, costituisce oggi uno stimolo alla riflessione, per costruire l'”organizzazione di una nuova umanità”, fondata sulla convivialità delle differenze.
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