La smentita da parte dell’assessore di una sua possibile corsa a Palazzo dei Domenicani
Un candidato dalla forte personalità e che tenga unito il partito. E’ questo l’obiettivo di una parte del Pd casaranese. Che ora si divide tra quattro candidati: Claudio Casciaro, Gabriele Caputo, Paolo Zompì e Rocco Greco
“Non mi sono dichiarato disponibile ad una candidatura a sindaco, nemmeno con riserva. In questo momento ritengo che non sia opportuno”. Antonio Memmi, assessore alle Politiche Sociali, si defila dalla corsa a Palazzo dei Domenicani e smentisce i resoconti di stampa relativi alla riunione del Coordinamento del Partito Democratico, avvenuta mercoledì scorso. Confermate, invece, le candidature del consigliere provinciale Claudio Casciaro, del vice sindaco Gabriele Caputo e di Paolo Zompì. Sarebbe stato proprio il presidente del Consiglio comunale ad avanzare per primo la propria disponibilità, come ha dichiarato al “Tacco d’Italia” on line. Anche il consigliere comunale Rocco Greco ha proposto, in modo provocatorio, la sua candidatura. Quindi sono quattro, almeno per il momento, gli esponenti democratici che corrono per la poltrona di sindaco e allo stato il partito non ha scelta: deve fare ricorso allo strumento delle primarie. Era l’obiettivo che si era prefissato la minoranza del partito, anche per contrastare eventuali candidature imposte di esterni (leggi Ivan De Masi). Ma per questa componente, che si è sempre battuta per trovare una personalità alternativa all’attuale classe dirigente, arriva ora la fase più difficile. Proporre, appunto, un candidato dalla forte personalità, moralmente ineccepibile, che non abbia avuto in passato incarichi amministrativi, abbastanza conosciuto e che tenga unito il partito. Compito difficile, ma non impossibile. Ma se il piano non dovesse riuscire, la minoranza si ritroverebbe con un partito diviso e con una rosa di candidati che non corrisponde certo ai criteri del rinnovamento sperato. Intanto, i richiami ricorrenti all’unità del partito è il segno evidente che il Pd casaranese rischia di dividersi in questa fase delicata della sua breve storia. E’ noto da tempo che la più grande forza politica della città è frazionata tra chi appoggerebbe una candidatura De Masi senza ricorrere alle primarie e tra chi, al contrario, richiama i responsabili del partito al rispetto del regolamento. Non è semplice capire la forza dei due schieramenti. Una prima parziale verifica, anche se significativa, si avrà il 15 gennaio prossimo in occasione del Consiglio comunale che discuterà della proposta di referendum contro l’impianto a biomasse (proposta da Italgest) e contro il centro di medicina nucleare. Sarà interessante constatare quanti esponenti del Pd voteranno per istituire il referendum e quanti si dichiareranno contrari.
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