Una giornata di mobilitazione per denunciare il massacro
Una giornata di digiuno come gesto simbolico di solidarietà per il popolo palestinese che sta subendo, sotto gli occhi di tutti, un vero genocidio di massa da parte del governo di Israele
Cari compagni e amici, rivolgo un appello a tutti voi per aderire alla giornata di digiuno, venerdì 9 gennaio, come gesto simbolico di solidarietà con il popolo palestinese che sta subendo, sotto gli occhi di tutti, un vero genocidio di massa da parte del governo criminale di Israele. Rivolgo un appello all' “opinione pubblica” locale e, a tutti gli uomini e a tutte le donne di pace e di giustizia di organizzarsi nelle proprie Città, affinché venerdì sia una giornata di mobilitazione contro i massacri a Gaza. Dieci, venti, cento piazze in contemporanea contro l'aggressione israeliana e per il cessate il fuoco subito. Non lasciamo gli uomini, le donne e, soprattutto, i bambini di Gaza soli di fronte al massacro! Inoltre mi rivolgo a tutte le Istituzioni, Comuni, Province, Regioni, affinché si facciano promotrici di risoluzioni per chiedere al Governo Italiano di congelare i rapporti di cooperazione commerciale e militare con Israele, e al mondo accademico di congelare i propri rapporti con Israele in tal senso. Israele ha bombardato le scuole dell’UNRWA (l’agenzia dell’ONU per i rifugiati) sapendo che erano pieni di donne e bambini sfollati; ha espulso il relatore O.N.U. per i diritti umani nei territori palestinesi (aveva definito la politica israeliana verso la popolazione araba molto simile a un “crimine contro l’umanità”). Fino a questo momento sono stati uccisi più di 700 palestinesi di cui 250 bambini e più di 3100 feriti di cui oltre la metà sono donne e bambini e di cui 600 sono in pericolo di morte. Quanto sangue palestinese deve ancora scorrere e quanti altri devono morire per considerare il governo di Israele come un governo criminale? Com’è possibile che gli occupanti che stanno bombardando da terra, cielo e mare quelli che da oltre 40 anni sono oppressi, e si ha anche il coraggio di definire tale massacro “attacco di difesa” con il plauso dei governi occidentali, e se “disgraziamente” chi vive sotto occupazione decide di reagire, è considerato “aggressore”? Ci si è già dimenticati che Israele esiste, grazie ad una risoluzione dell’ONU, dal 1948 e occupa tutta la Palestina? E che i palestinesi chiedono un loro Stato con le frontiere prima della occupazione israeliana del 1967, che rappresenta il 23% della Palestina storica, cioè meno della metà che è stato lasciato loro dalla risoluzione della partizione della Palestina decisa dalla Nazioni Unite del 1947. A Bari contro il massacro in Palestina per denunciare l'informazione distorta dei media: venerdì 9 gennaio ore 16.30 sit-in sotto la Rai di Bari (via Dalmazia) Per la Comunità Palestinese – Puglia Taysir Hasan
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