Presepe. “Che male c'è”?

Lisi interviene sul dibattito attorno alla decisione di non realizzare il presepe nella scuola elementare Diaz

Ugo Lisi: “Il presepe è simbolo non solo della religione cattolica, ma anche della nostra tradizione. Perchè non dare l'opportunità alle altre culture di venire a conoscenza della nostra”?

Di Ugo Lisi* Pensavamo che il nostro territorio fosse scevro da simili esagerazioni. Perché di questo si tratta. Proibire la realizzazione del presepe nella scuola elementare “Armando Diaz” di Lecce allo scopo di tutelare le minoranze etniche che frequentano l’istituto altro non è che un’inutile esagerazione. Se anche Mamadou Lamine Toure, 41esimo consigliere di Lecce, ritiene che il presepe non offenda nessuno perché impedire che, nel corso delle festività natalizie, si possa dare vita e far conoscere anche a chi professa un’altra religione quello che è un simbolo non solo della religione cattolica, ma anche della nostra tradizione? Una delle mostre più visitate nella città di Lecce fu quella organizzata dall’allora sindaco Poli Bortone intitolata “Pastori e pastorai”, una mostra in cui si raffiguravano nelle varie forme dell’arte i protagonisti del nostro presepe, personaggi umili, ma nella loro umile luminosità del tutto eccezionali. Quella mostra fu visitata non solo dai leccesi ma da tutti i salentini. Ritenere che questo grande senso di appartenenza e di identità nella nostra tradizione venga svilito ci fa pensare che l’integrazione corra il rischio di essere svenduta all’anonimato culturale. *deputato An

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