Premio Barocco. Le ragioni del no

Le puntualizzazioni di Vincenzo Barba

Il Premio Barocco è una manifestazione che non serve alla città di Gallipoli. Ne è convinto Vincenzo Barba, deputato del PdL, che spiega in maniera dettagliata la sua posizione

di Vincenzo Barba* Sono profondamente addolorato per il fatto che le polemiche sul Premio Barocco abbiano costretto, a quanto si legge con dovizia di particolari, il patron Cartenì ad interrompere il laborioso lavoro organizzativo per la prossima edizione della manifestazione. Proprio per questo, parlerò sottovoce per non disturbare la sua frenetica attività e per mettere la parole fine a questa farsa in cui gli organizzatori provano ad appoggiarsi su personaggi in cerca d’autore per cercare, in tutti i modi, di tornare a Gallipoli, dopo averle sbattuto la porta in faccia e aver scelto, con spacconeria e tanta superficialità, altre mete. Eppure è molto semplice ricostruire con ordine la vicenda, in maniera tale da prevederne limpidamente i futuri e consequenziali sviluppi. 1) Il Consiglio comunale di Gallipoli, in tutta la sua sovrana e libera attività amministrativa, ha ritenuto cosa buona e giusta bocciare l’ordine del giorno delle opposizioni, intenzionate a creare strumentalmente confusione in città, ricorrendo al vecchio stratagemma del cavallo di Troia denominato Premio Barocco. 2) Il primo cittadino, Giuseppe Venneri, e i consiglieri di maggioranza sono uomini e donne liberi, autonomi, dotati delle libera scelta che nessuno, io per primo, può osare mai mettere in discussione. Altri erano i tempi, cari amici della Sinistra e caro professor Schirosi, già bocciato candidato sindaco del Pd, in cui a Gallipoli, prima di prendere qualche decisione, come burattini con il burattinaio, bisognava attendere il via libera dal padrone di Botteghe Oscure e dalla federazione rossa. Quelli erano tempi in cui si sviliva l’autonomia e la libertà di pensiero degli amministratori, non certo questi. E chi ha orecchie per intendere intenda… 3) Apprendiamo con lieto stupore dell’improvviso interesse del consigliere Gino Schirosi per il Premio Barocco. In questi decenni non lo abbiamo mai visto non soltanto sostenere l’evento con proprie risorse ma nemmeno acquistare un biglietto per sé o per qualche suo caro. Facile, troppo facile, fare il Pantalone con il denaro dei cittadini! Ma almeno Schirosi abbia il pudore di non parlare di dignità. Ritorni nel grigio anonimato politico che l’ha contraddistinto in questi decenni e sappia che ciò che conta è l’esserci e l’agire e non certo l’apparire… 4) È vero che Sophia Loren, in tutta la sua magnifica bellezza, è stata a Gallipoli nell’ambito di un’edizione del Premio Barocco… chi lo disconosce? Ma è pur vero che la Banca Popolare di Matino ed altre – e se ciò che asserisco non corrisponde a verità, qualcuno abbia il coraggio di smentirmi – ancora attendono, a distanza di tanti anni, il pagamento dell’impegno che, a quanto ci risulta, non sarebbe mai stato ancora onorato. È così che si sbandierano ai quattro venti le prestigiose ospitate? 5) Lo abbiamo detto e continuiamo a ribadirlo: a Gallipoli abbiamo voglia di nuovo, di novità, di aria fresca, di brezza profumata di primavera. Basta con l’aria stantia e che odora di umido delle cose vecchie, sempre uguali a se stesse, che non hanno l’appeal di cui la nostra città ha bisogno e che l’Amministrazione guidata da Giuseppe Venneri e supportata dalla sua maggioranza, una maggioranza composta da uomini liberi, razionali e competenti, certamente le darà. Ed in questo sono perfettamente d’accordo con Cosimo Corciulo e con tutti i commercianti gallipolini: dobbiamo tenere alta la soglia della qualità di promozione della Perla dello Jonio. Sono certo che non deluderemo le aspettative di chi tanto crede nell’operato della nostra Amministrazione. Non ha senso sperperare denari pubblici in manifestazioni che non muovono il turismo verso Gallipoli: i numeri dell’Auditel sono una cosa, i flussi turistici sono altra. La promozione va fatta laddove è utile e non attraverso un veicolo che ha effetti benefici solo e soltanto per le due o tre persone che lo pongono in essere. Ciò deve essere detto quando di mezzo ci sono soldi dei cittadini. Poi, con i soldi privati, ciascuno può fare ciò che vuole. 6) Secondo noi, inoltre, l’organizzazione del Premio Barocco difetta di trasparenza, poiché, anche giuridicamente, salta di palo in frasca, dalla Spa alla Fondazione, dalla Cooperativa alla Ditta individuale, dalla Onlus alla Società di Capitali… e chi più ne ha più ne metta. Quanto agli effetti benefici del premio sugli alberghi cittadini e sulle attività che gravitano intorno alla serata, qualcuno abbia il coraggio di andare a chiedere ad albergatori, ristoratori, service, qualche fideiussore e altro, a quanto ammontano gli arretrati ancora non pagati, ben scritti su qualche fattura impolverata e tenuta ben chiusa a chiave in chissà quale cassetto… 7) Alla luce di quanto sopra, non soltanto non credo e non crediamo che il ritorno del Premio Barocco a Gallipoli sia all’ordine del giorno, ma, addirittura, urge un intervento presso i vertici della Rai per sapere se essi vogliono continuare a perseverare, continuando a dare credito a chi sta dimostrando di non avere né sapienza manageriale e tanto meno fermezza d’animo, dal momento che non è corretto voler rientrare dalla finestra, dopo essersi chiusa alle spalle la porta. *deputato PdL

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