Radiofarmaci senza pubblico

Un dibattito a poche voci

L’appuntamento che avrebbe dovuto fare luce sull’impianto per la produzione di radiofarmaci previsto nel territorio di Casarano, venerdì scorso, ha registrato molti assenti: le associazioni (ma queste già lo avevano annunciato) ed i cittadini

L’incontro tra la “Sparkle”, società del Consorzio Radion, committente del progetto per la realizzazione di Centro di produzione di radiofarmaci, e le associazioni della città si è svolto in un clima disteso nel pomeriggio di venerdì nella sala consiliare del Municipio. L’incontro serviva per informare la cittadinanza su ogni aspetto tecnico ed amministrativo del progetto, al fine di dissipare i dubbi, le perplessità, le preoccupazioni che sono state sollevate nelle scorse settimane. Mancavano, però, le associazioni, e mancavano anche i cittadini. Solo una quarantina di cittadini, infatti, hanno partecipato al dibattito; tra le associazione, invece, a presentarsi e ad avere un ruolo attivo è stata soltanto “Idee Insieme”. Le altre non si sono presentate (Lega Tumori e Cittadinanzattiva, su tutti) oppure hanno partecipato all’incontro solo per ascoltare i rappresentanti della società marchigiana. Si spera che la partecipazione sia più massiccia nei prossimi appuntamenti, a cominciare dal Consiglio comunale del 9 ottobre prossimo (ore 16.30), convocato ad hoc dal presidente Paolo Zompì dopo una riunione con i capigruppo e la stessa “Sparkle”. Quello di venerdì, quindi, non è stato un confronto vero e proprio, ma solo la richiesta di chiarimenti e una serie di osservazioni su vari aspetti della vicenda. La “Sparkle” era rappresentata da Gianluca Valentini, da Paola Panichelli, rispettivamente presidente del CdA e responsabile scientifico della società, e da Sauro Pigliapoco, project manager del centro. “Il centro di Casarano – ha precisato Valentini – non è solo produzione di radiofarmaci, ma un centro di sperimentazione a livello europeo. Nella struttura sarà presente un importante laboratorio di ricerca su animali ed una diagnostica con micropet per piccoli animali, che consentirà di testare le strategie innovative frutto di collaborazioni prestigiose con ricercatori dell’Enea, del Cern di Ginevra e delle Università di Washington e del Tennessee”. Sul tema della sicurezza, i rappresentanti del Consorzio Radion sono stati netti e chiari nel dichiarare che “è un problema risibile” e che “non esiste rischio”. A chi ha ricordato il recente incidente in Belgio (fuga radioattiva da un centro simile), Panichelli ha risposto che l’impianto belga è totalmente differente da quello di Casarano. I dubbi, invece, sono rimasti sulle procedure amministrative gestite da Palazzo dei Domenicani e che hanno portato all’autorizzazione. “Con la documentazione che abbiamo in mano – ha affermato Giovanni Memmi, vice presidente di “Idee Insieme” – si può costruire solo un pollaio, non certo una struttura del genere”. Solo un confronto con esperti neutrali potrà vera luce sull’intera vicenda.

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