Il protocollo di intesa di due anni
Tramite un protocollo di intesa firmato ieri, la Provincia di Lecce affida all’associazione “Libera” l’incarico di partner tecnico per la definizione di interventi finalizzati ad avviare un lavoro di ricerca socio-economica per l’analisi della situazione effettiva dei beni confiscati alla mafia
La giunta provinciale ha approvato ieri un protocollo d’intesa di due anni con “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. La firma del Protocollo rientra nel progetto avviato nei giorni scorsi denominato “Simboli e risorse di comunità libere. Contesti e pratiche per l’uso sociale dei beni recuperati alle mafie” presentato Loredana Capone, vicepresidente della Provincia di Lecce ed assessore alla Sicurezza e qualità sociale, alla presenza di Antonio Maruccia, commissario straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, Mario Tafaro, prefetto di Lecce, Vincenzo Rochira, questore di Lecce, Cataldo Motta, procuratore della Repubblica, Davide Pati dell’ufficio dei Beni Confiscati dell’associazione rappresentanti delle Forze dell’Ordine. La Provincia di Lecce affida all’associazione “Libera” l’incarico di partner tecnico per la definizione di interventi e progetti sul territorio finalizzati ad avviare un lavoro di ricerca socio-economica per l’analisi della situazione effettiva dei beni confiscati. Per una maggiore conoscenza delle opportunità offerte da una corretta gestione dei beni confiscati, compito dell’associazione sarà quello di avviare iniziative di animazione territoriale, di promuovere un ciclo di seminari e la pubblicazione di materiale informativo, adeguato a supportare una campagna di sensibilizzazione e di partecipazione dell’opinione pubblica. “La Provincia vuole mantenere elevata l’attenzione sui fenomeni di criminalità ed illegalità diffusa – ha spiegato Capone -; vuole conoscere il loro livello di incidenza nel tessuto sociale, culturale ed economico del Salento e proporre, tramite il riutilizzo per finalità sociali dei beni confiscati alle mafie, modelli alternativi di sviluppo nella legalità”. Le esperienze positive verranno valorizzate e pubblicizzate in rete, con uno specifico link sul sito istituzionale della Provincia ed, inoltre, tutte le attività messe in campo con questo protocollo verranno concordate tenendo conto degli indirizzi che verranno forniti dal tavolo tecnico istituzionale della Prefettura.
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