I carabinieri impegnati nelle ricostruzione dei fatti
La confessione di uno dei tre, il più giovane, appena 16enne, ha confermato ciò che le forze dell’ordine avevano supposto. Ma ancora restano dettagli e dinamiche da chiarire. Probabilmente due mani hanno compiuto l’omicidio
A soli 16 anni si ritrova addosso l’accusa di omicidio in concorso. Quella notte ha seguito gli amici, dopo la serata passata a bere. Poi lo scontro in aperta campagna, l’aggressione e Luigi Zuccalà, pastore di 62 anni, che cade per terra privo di vita. I carabinieri della compagnia di Lecce, che hanno coordinato le indagini, nelle quali sono state impegnate le stazioni di San Pietro in Lama e Galatina, così come il sostituto procuratore Ennio Cillo, non hanno ancora fornito una ricostruzione dettagliata dell’accaduto. Ancora cercano di stabilire le responsabilità materiali del gesto e se la fine della vicenda fosse stata programmata dal principio. Ma la confessione del minorenne hanno gettato maggiore luce su quanto avevano già supposto. Certo è che il 16enne si trovava lì, sul luogo dell’omicidio, con Ivan Carlino, 31 anni e Piero Mele, di 20. Diverse persone li hanno visti insieme, fra sabato 15 e domenica 16 luglio. Due sarebbero i coltelli usati, che però non sono stati ancora ritrovati, nonostante i continui sopralluoghi sul posto dove s'è consumato il delitto, la masseria Mascella, in territorio di San Pietro in Lama. Due, dunque, si può supporre, le mani che hanno agito. E per Luigi Zuccalà non c’è stato a da fare.
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