Il blitz della Polizia
Gli agenti hanno pedinato la sua compagna che, l’altro ieri, giunta in un casolare alle porte di Frigole, vi si è trattenuta alcune ore. L’irruzione e le perquisizioni hanno riassicurato alla giustizia Umberto Zingarello, condannato all’ergastolo nel 2002 per aver ucciso il membro di un clan rivale
E’ stato arrestato l’uomo condannato all’ergastolo 16 anni fa per aver ucciso, sciolto nell’acido e fatto sparire un componente del clan rivale. Si tratta di Umberto Zingarello, 43enne di Lecce, latitante da quattro mesi, rientrato in zona per partecipare al compleanno di un parente. L’uomo era nascosto in un casolare alla periferie di Frigole, protetto da muri alti oltre due metri. Mancava dal 12 maggio scorso quando la sentenza della Corte d’Appello di Bari ha reso definitiva la condanna al carcere per l’omicidio di Raffaele Riezzo, di Surbo, 23enne all’epoca dei fatti, nel marzo del 1992. Il blitz nel casolare è avvenuto ieri mattina ed ha impegnato 30 uomini della Mobile e tre equipaggi del secondo turno delle Volanti. La polizia è riuscita a risalire al nascondiglio tramite il pedinamento della compagna del malvivente, una donna di 27 anni denunciata per favoreggiamento, che l’altro ieri si era recata proprio nell’immobile apparentemente abbandonato per trascorrervi alcune ore. Gli agenti hanno così fatto irruzione, bloccato il latitante e perquisito l’appartamento, dove hanno trovato un fucile con cannocchiale e 138 piombini, quattro telefoni cellulari, una carta d’identità ed un passaporto con false generalità che gli serviva per passare inosservato nella zona che aveva scelto per la latitanza, l’area tra la Romania e la Polonia. Zingarello è stato condotto a Borgo San Nicola dove resterà per sempre. E’ difeso dall’avvocato Stefano De Francesco.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding