Questo John Rambo è violento e brutale. Come la guerra. E carico di dolore come la vecchiaia. Stallone saluta il suo personaggio con un action movie spurio e analogico.
Stallone sembra essere diventato il cantore della vecchiaia. Dopo Rocky decide di dare un ultimo capitolo più degno anche a Rambo. E ancora più che in Rocky (e senza le sue cadute nel ridicolo) il film è carico di dolenza e rassegnazione. La trama è di una semplicità incredibile: Rambo fa il barcaiolo, fabbro, cacciatore di serpenti in un pacifico villaggio della Thailandia. Qui viene contattato da un gruppo di missionari scemi (tra cui segnaliamo la bella e brava Julie Bentz) in modo che possa portarli fino in Birmania con la sua barca. Rambo, oramai vecchio e disilluso inizialmente rifiuta. Poi però si fa convincere e accetta di lasciarli in un villaggio della Birmania. Se ne ritorna indietro. I missionari scemi però vengono catturati, quindi Rambo va a salvarli e ammazza uno sproposito di persone. La prima parte, è la peggiore, brutti dialoghi, retorica trita, figure bidimensionali. Per fortuna ben presto le menate terminano e comincia il viaggio nella giungla e la guerrilla. Quello che colpisce è la negazione del percorso dell'eroe che Stallone (non) fa percorrere a Rambo. Il primo atto del percorso è lì, perfettamente fedele all'archetipo. L'eroe per qualche motivo viene coinvolto ed entra in azione. Quello che manca è il secondo atto, la complicazione, l'evento imprevedibile (il tradimento, il nemico cattivo, la grave ferita) che fa sì che l'eroe sia costretto a fare un ulteriore salto di qualità fino a fargli compiere atti al limite del superoistico. Ecco qui manca. Rambo entra in azione e con discreta facilità fa quello che deve fare. In realtà non è più tempo di eroi. La guerra non è spettacolare e divertente, è un orrore e così Stallone ce la rappresenta, orribile, crudele, brutale e violenta e piena di sangue, con dolore e senza alcun compiacimento. Perché alla fine che si abbia vinto o perso si resta comunque soli. E l'unica cosa che resta è tornare a casa… soli lungo il sentiero. Imperfetto certo. Ma non male.
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