Se i valori cattolico-democratici incontrano il calcolo politico
Nel corso della puntata di Ballarò del 27 maggio scorso, Raffaele Fitto, neo ministro agli Affari regionali si è espresso con parole rassicuranti riguardo a possibili atteggiamenti xenofobi da parte del Governo: “I clandestini che già hanno un lavoro, rimarranno”, azzerando tutto il dibattito in seno alla maggioranza su “tutti fuori, incluse -o escluse- le badanti”
Il rapporto annuale di Amnesty international sulla situazione dei diritti umani nel mondo ci consegna una fotografia desolante dell’Italia. Saremmo tentati di usare la parola “allarmante”, se non fosse che alle parole “allarme” ed “emergenza” siamo assuefatti. Discriminazione e xenofobia sono in aumento e invocano e ottengono “pacchetti sicurezza”. Da quando il 31 ottobre dello scorso anno fu aggredita e uccisa una donna a Roma, si sono susseguite dichiarazioni di esponenti politici locali e nazionali, indistintamente di destra e sinistra, gravemente razziste. Veltroni: “Prima dell’ingresso della Romania nell’Unione europea, Roma era la metropoli più sicura del mondo”; Fini: “Parlare di integrazione per chi ha una ‘cultura’ (si riferiva ai rom, ndr) di questo tipo non ha senso”; Carlo Mosca, prefetto di Roma: “La linea dura è necessaria perché di fronte a delle bestie non si può che rispondere con la massima severità”. In sette mesi siamo arrivati ai fuochi purificatori a Ponticelli (dove sono stati cacciati i rom dai campi e bruciate le baracche) e alle spranghe nell’Università la Sapienza. Il cosiddetto “pacchetto sicurezza” del governo Berlusconi risponde alla chiamata degli italiani che, a sentire i sondaggi commissionati dalla trasmissione di Giovanni Floris, “Ballarò”, condividono a pieno le strategie della maggioranza. Nell’articolato di legge presentato da Maroni è stato inserito il reato di “ingresso illegale” (non esiste infatti, al contrario di quanto propagandato, quello di “clandestinità”), nonostante l’incriminazione dei richiedenti asilo per ingresso irregolare sia espressamente esclusa dalla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati. Nel corso della puntata di Ballarò del 27 maggio scorso, Raffaele Fitto, neo ministro agli Affari regionali si è espresso con parole rassicuranti riguardo a possibili atteggiamenti xenofobi da parte del Governo: “I clandestini che già hanno un lavoro, rimarranno”, azzerando tutto il dibattito in seno alla maggioranza su “tutti fuori, incluse -o escluse- le badanti”. La dichiarazione programmatica espressa per conto del Governo da Fitto non è sfuggita a Floris, che ridacchiando sornione l’ha salutata come un “bell’incasso”. I giornali del giorno dopo hanno ignorato l’episodio, che a noi invece pare significativo del ruolo di mediatore (l’aveva fatto brillantemente Casini, nel terzo governo Berlusconi) che Fitto potrebbe ritagliarsi, guadagnandosi un ruolo di primo piano nella compagine governativa. Figlio della città di Moro, padre del compromesso storico, di provata tradizione democristiana, cattolico democratico in un governo dove tale componente è marginalmente espressa e dichiarata, originario di un terra storicamente aperta ai flussi demografici, accogliente, tollerante: Fitto avrebbe un ottimo palcoscenico – cioè la visita di Benedetto XVI a Leuca – per impersonare politicamente la faccia buona dei valori professati da credente. Esattamente 40 anni fa Elsa Morante pubblicava Il mondo salvato dai ragazzini. Oggi con orrore i bambini di Ponticelli, nei disegni, nei temi in classe, giustificano i loro padri dei roghi contro i rom. All’innocenza perduta dei nostri figli, di cui pure questo Governo è responsabile, per il clima di intolleranza e per lo “stato di tensione nei confronti degli stranieri alimentato negli anni anche da risposte demagogiche alle tematiche dell’immigrazione messe in atto dalla politica” (è quanto scrive l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, manifestando preoccupazione per la situazione italiana) potrebbe rendere giustizia la diplomazia di questo politico con la faccia da bambino. Sia per sincera convinzione e condivisione dei buoni valori cristiani di accoglienza dell’altro, sia per lucidità di puro calcolo e ambizione politica. A Fitto universalmente riconosciute.
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