Il moster movie incontra The Blair Witch Project. Il risultato è un film interessante sotto molti punti di vista.
Cinque giovani newyorkesi stanno organizzando la festa d'addio per un loro amico quando una creatura misteriosa attacca la città. I ragazzi si aggireranno per la metropoli con una videocamera documentando il loro tentativo di sopravvivenza. Cloverfield è un moster movie e come tale va preso. Un giocattolone destinato a menti semplici che si divertono a vedere le città distrutte dai mostroni. Va visto quindi con la giusta predisposizione mentale. Ma va visto. Perché sotto molti aspetti è un gioiello, imperfetto ma bello. Prima ancora del film, fenomenale è stato l'hype mondiale che il quel geniaccio di J. J. Abrams (Lost, Alias, M:I:3) in veste di produttore ha saputo creare per lanciare il film come evento. Abrams ha usato il web in maniera nuova per il cinema ed efficacissima, creando un effetto virale tra gli appassionati che si è espanso a vista d'occhio. Per farsi un'idea basta un giro su youtube per vedere i tantissimi indizi (clue) messi in giro ad hoc prima dell'uscita del film e in particolare i notiziari fake (italiano, inglese, spagnolo, tedesco e francese) o i tantissimi trailer diffusi. Dovreste aver capito che Cloverfield è un film molto furbo. Quello che non sapete è che Cloverfield è anche un film bello e geniale. Gli ottantacinque minuti scorrono via in un fiato e vi terranno (se l'effetto in TV sarà come quello nei cinema) incollati alla sedia e vi faranno pure un po' paura. È un film che mette assieme, in modo molto teorico tra l'altro, monster movie, youtube e estetica da videogioco di ultima generazione. La genialità di Cloverfield è proprio nel rinnovare l'idea del film amatoriale ritrovato e girato totalmente in soggettiva (siamo ben al di là del celebrato The Blair Witch Project, qui c'è una fusione tra B-movie e cinema d'autore che è impressionante). E il tutto funziona, nonostante le tante forzature, grazie ad un eccezionale lavoro di sceneggiatura, storyboard e montaggio, perché solo attraverso una scrittura perfetta a priori e una perfetta costruzione delle scene è possibile rendere così bene l'assenza di mise en scène e rendere perfettamente leggibile allo spettatore anche quello che succede a camera rovesciata. Insomma Cloverfield trova la sua eccezionalità nella trasgressione delle regole stesse del cinema, praticamente rinunciando alla messa in scena e alla fotografia, per guadagnare in tensione e claustrofobia. Oltretutto sfruttando e rinnovando l'ansia e le tematiche post 11/9. Infine non posso non segnalare la bellezza del “trucco narrativo” usato per raccontare la storia d'amore tra l'eroe e la principessa da salvare, davvero da applausi. Concludendo, preparate il popcorn, spegnete le luci, avvicinatevi quanto basta allo schermo, alzate il volume… e buon divertimento.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding