Sequestrata mezza villa di Napolitano

Applicato il sequestro per equivalente

Nuova tegola su Gianfranco Napolitano, consulente aziendale di Lecce. La polizia tributaria ha sequestrato il 50 per cento del valore della sua villa di via Condò, per una presunta truffa con la legge 488

Si torna a parlare di truffa con la 488 e di Gianfranco Napolitano, consulente aziendale di Lecce, padre di un gran numero di finanziamenti ottenuti tramite quella legge. Due giorni fa i finanzieri della sezione Tutela della spesa pubblica del Nucleo di polizia tributaria hanno sequestrato il 50 per cento del valore della sua villa di via Condò, ovvero il controvalore (un milione e 33mila euro) della metà dell’abitazione, della piscina, del campi di calcio e di tennis, del parco. La moglie, proprietaria del restante 50 per cento, è stata nominata custode giudiziario. Il provvedimento concede a Napolitano e alla famiglia l’uso delle proprietà ed interviene durante il processo sulla presunta truffa di quattro milioni e mezzo di euro che furono erogati dal Ministero delle Attività produttive per creare a Martignano un’azienda, la “Fruttafoglie” che avrebbe dovuto creare 80 nuovi posti di lavoro per altrettanti disoccupati salentini che avevano già seguito dei corsi di formazione finanziati dalla Provincia di Lecce. Per il sequestro ai beni di Napolitano i legali annunciano un’aspra battaglia, basata sul presupposto che non ci sarebbe stata alcuna urgenza di assicurare l’equivalente della truffa perché la villa costituisce la residenza dell’imputato e non sono previste concessioni a terzi.

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