Dopo Spider torna David Cronenberg e torna come non te lo aspetti, freddo e asciutto anziché visionario e debordante. E ci offre una riflessione sulla violenza e sulla doppia identità.
A History of Violence è tratto dall'omonimo, bel fumetto (una graphic novel come la chiamano gli americani) edita da paradox. Per cominciare ve ne consiglio la lettura. La trama è semplice: Tom è un tranquillo padre di famiglia. Un giorno affronta e uccide due criminali. L’atto, che lo proclama eroe, rivela in realtà un passato diverso e una sua doppia vita. La storia noir si svolge lineare verso la conclusione. Gli attori danno buona prova di sé (ottimo Viggo Mortensen, brava e sexy Maria Bello). Menzione d'onore per Ed Harris che diventa corpo tipicamente cronemberghiano. Nelle mani di Cronenberg, però la storia violenta del fumetto diventa una storia sulla violenza. Il regista di norma visionario e simbolista qui sceglie l'essenzialità, asciugando la messa in scena, mantenendone però l'efficacia. Il tema del doppio, la riflessione sulle conseguenze della vita violenta diventano l'oggetto stesso della storia. Esemplare in questo senso il doppio rapporto sessuale tra Tom e la moglie: il primo, quando la tranquilla cittadina fa ancora da sfondo ad una atmosfera da commedia è giocoso, sereno; il secondo, quando al contrario la violenza è entrata nella vita dei protagonisti, è quasi uno stupro consensuale.