Oggi #21marzo Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie voglio ricordare #PeppinoBasile vittima innocente di mafia, consigliere comunale di Ugento (Lecce). Sconosciuti i mandanti e gli esecutori del suo assassinio. Il suo nome sarà letto, insieme a quello delle 1069 vittime innocenti delle mafie, di cui 115 bambini.
La più piccola vittima aveva 50 giorni, si chiamava Caterina Nencioni, fu uccisa a Firenze, strage dei Georgofili.
Ci sono due parole “dense” in questa commemorazione, proposta da Libera di don Ciotti e fissata per legge nel 2017 (legge n. 20 dell’8 marzo 2017): sono “memoria” e “impegno”.
La “memoria” implica un esercizio critico di selezione e discernimento: selezioniamo cosa ricordare e decidiamo il perché ricordarlo.
La “memoria” è alla base di ogni nostro “impegno”: sappiamo chi siamo perché custodiamo i ricordi nostri e degli altri e da questa custodia, che è “cura” dei fatti e “difesa” della verità, deriva ogni nostro impegno, anche quello contro ogni tipo di mafia.
Memoria e impegno devono essere consequenziali.
La memoria senza impegno è esercizio vanesio.
L’impegno senza memoria è esercizio velleitario, estemporaneo, utilitaristico, di facciata.
Dunque: memoria E’ impegno e viceversa.
E’ quello che faceva Peppino Basile: teneva memoria dei fatti, sapeva collegare persone a situazioni, decisioni politiche a interessi personalistici. La sua memoria era pericolosa, il suo impegno fastidioso.
Gli hanno chiuso la bocca, ma continua a camminare sulle nostre gambe.
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