Covid ed elezioni comunali, opportunità per la mafia: pressioni sulla Pubblica amministrazione

Il rischio evidenziato da Maruccia nella relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Lecce: “Capacità di condizionamento da parte dei boss, senza atti di violenza eclatanti”. Il basso profilo confermato dal fatto che nel 2020 non ci sono stati omicidi di mafia nel Salento. E sulle ultime amministrative: “Candidati hanno chiesto appoggio a esponenti della criminalità e i comuni di Scorrano e Carmiano confermano il quadro”

di Stefania De Cristofaro

LECCE – Annus horribilis il 2020. Orribile per la pandemia da Covid 19 e per le conseguenze sul piano economico-finanziario in Italia e nel Salento, in modo particolare. Nel Tacco d’Italia la mafia ha fiutato l’odore del business per rilevare imprese e attività in difficoltà dopo essere rimaste a corto di liquidità che vale ossigeno e, prima ancora, è apparsa dietro le quinte delle elezioni amministrative. Spesso su richiesta di alcuni candidati in cerca di consenso elettorale per la vittoria: sono gli aspiranti consiglieri a cercare il mondo criminale.

LA RELAZIONE DEL PROCURATORE ANTONIO MARUCCIA PER L’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO

I rischi di infezione mafiosa e di infiltrazione nella pubblica amministrazione anche in occasione delle ultime  comunali, sono stati evidenziati dal procuratore generale della repubblica, presso la Corte d’Appello di Lecce, Antonio Maruccia, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

E’ stata l’occasione per consegnare la fotografia del distretto salentino a 360 gradi, partendo dalla descrizione degli effetti della crisi legati al Coronavirus perché il virus non ha risparmiato alcun settore. Ha agito in maniera trasversale, mettendo a dura prova anche il settore giustizia.

GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA NELLA GIUSTIZIA E NELLA TUTELA DEI DIRITTI DELLE PERSONE

La pandemia ha messo a dura prova l’esercizio della giurisdizione e dunque la tutela dei diritti delle persone”, ha detto in apertura Maruccia che per il sesto anno consecutivo è intervenuto all’assemblea dinanzi al presidente della Corte d’Appello di Lecce .

“Nel nostro territorio, mai come in questa occasione, l’alleanza di magistrati, avvocati e lavoratori amministrativi ha consentito di far fronte alle difficoltà garantendo anzitutto la salute di tutti e, al contempo, l’esercizio dell’attività giudiziaria, per dare risposte a una domanda di giustizia ancora più pressante, perché la pandemia ha esaltato la povertà e aggravato le disuguaglianze”.

Il procuratore  Maruccia ha voluto ringraziare medici, dirigenti, infermieri e tutto il personale delle strutture sanitarie per il lavoro che hanno svolto ogni giorno.

LA DIGITALIZZAZIONE NEGLI UFFICI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Un altro aspetto affrontato nella relazione è stato quello della digitalizzazione che sta interessando anche tutti gli uffici della Pubblica amministrazione: “Nuovi scenari e nuove possibilità si sono aperti e spetterà a noi saperle utilizzare e portare a compimento le innovazioni per semplificare, velocizzare e migliorare l’assetto di una giustizia lenta e poco affidabile nei tempi e nei risultati”. Anche a Lecce la definizione dei processi procede a passo lento ed è nell’ottica di imprimere un’accelerazione che la procura ha sottoscritto una serie di protocolli con gli avvocati. I nuovi strumenti tecnologici hanno trovato piena applicazione nell’ultimo anno, per via della pandemia. “Non sono diminuite le attività della magistratura requirente e della sorveglianza dei detenuti”, ha sottolineato Maruccia.

“Anzi, sono aumentate le udienze così come è aumentato l’impegno, anche in presenza, per dare risposta alle sofferenze e ai problemi del carcere che, come ci ha ricordato il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, specie nella pandemia, deve essere la extrema ratio”.

Guardando, poi, con lo zoom il lavoro della magistratura penale leccese, Maruccia ha individuato nella tempestività dell’azione penale il sentiero da seguire: “Un terreno – ha detto – sul quale anche nel prossimo anno occorrerà lavorare per garantire l’esercizio di una iniziativa penale adeguata agli ambiti che le sono propri”.

L’EFFICIENZA DELLA MACCHINA DELLA GIUSTIZIA: RISPOSTA CERTE E RAPIDE

Il rispetto delle competenze degli altri poteri per la magistratura è un obbligo che rinviene dalla Costituzione e attiene al costume morale e professionale di ciascun magistrato”, ha sottolineato. “A noi spetta perseguire i reati. Non spetta stabilire le scelte di contemperamento degli interessi che sono assegnate alla discrezionalità della Pubblica amministrazione”. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, Maruccia ha detto: “La discrezionalità deve essere esercitata in piena libertà morale e deve restare soggetta alla verifica della legalità amministrativa da parte del Tar e del Consiglio di Stato e al controllo della legalità penale da parte della magistratura  ordinaria, quando vi siano violazioni di rilievo penale”.

Quanto mai necessario, quindi, è assicurare efficienza alla macchina della giustizia: “E’ la precondizione per lo sviluppo economico, ma è anche il primo passo per affrontare gli squilibri nella società, per ridurre le differenze. Per dare risposte agli ultimi, ai senza diritti”. Solo così la giustizia sarà davvero giusta.

“Dobbiamo impedire che siano strumentalizzate le criticità della giustizia”. Il procuratore ha portato esempi concreti: “Impedire o rendere difficile la strada al debitore furbo che non vuole pagare o al creditore forte che supera con la leva processuale la distonia, lo squilibrio delle posizioni imposte nella società dai rapporti di forza tra le parti. Insomma un sistema che non deve privilegiare chi ha mezzi e tempo per entrare in questo nostro labirinto e stazionarvi per anni, perpetuando le ingiustizie”. Il sistema deve essere in grado di dare risposte certe e rapide per superare le contraddizioni, “dare alla controversie la sanzione formale e sostanziale di una legalità costituzionale che riafferma il valore della uguaglianza che garantisce le pari opportunità e assicura lo sviluppo”.

LE OPPORTUNITA’ DEL RECOVERY FUNDO E I NUOVI POLI DI GIUSTIZIA A TARANTO E LECCE

La macchina della giustizia sconta ancora le conseguenze di dotazioni insufficienti, sia in termini di risorse umane che di materiali: “Le opportunità del Recovery Fund auspichiamo possano incrociare le esigenze indifferibili della giustizia”.

Sul fronte della disponibilità delle strutture, Maruccia ha fatto riferimento a due importanti novità per la regione Puglia: una a Taranto dove, nel quartiere Paolo VI sarà realizzato un polo della giustizia, risultato della collaborazione con il ministero e il demanio; l’altra a Lecce dove il polo della giustizia nascerà su terreni confiscati alla mafia, a fronte di un finanziamento pari a 70 milioni di euro, reso disponibile dal ministero. “Ritengo – ha detto il procuratore – che occorra promuovere un tavolo con gli avvocati, il Comune e la Provincia di Lecce e la Regione Puglia per monitorare il procedimento amministrativo e seguire i tempi di realizzazione dell’opera”.

IL LAVORO SVOLTO DALLE PROCURE DEL DISTRETTO: MAFIA, PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E AMBIENTE

Quanto, al lavoro delle procure del distretto, l’impegno è andato avanti lungo tre direttrici: “Contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa, reati contro la pubblica amministrazione tutela dell’ambiente”, ha detto Maruccia. “Un impegno che continua a richiedere livelli elevati di professionalità, assicurati da un validissimo corpo di pubblici ministeri ordinari, distrettuali antimafia, minorili e di appello. Donne e uomini cui va il mio sentito e sincero ringraziamento”.

Nel corso del 2020, sono state chiuse indagini delicate. Tra queste Maruccia ha segnalato la Tap e ha fatto anche riferimento all’inizio del dibattimento nel processo Ambiente svenduto sull’ex Ilva di Taranto. A Brindisi, con l’organico dei magistrati al completo, la procura è impegnata nelle attività di contrasto alla criminalità comune che risulta in crescita.

L’ASSOCIAZIONE DI STAMPO MAFIOSO NEL TERRITORIO SALENTINO

Per quel che attiene al lavoro dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Maruccia ha definito i risultati di grande rilievo: “La criminalità organizzata mafiosa è ancora presente nel nostro distretto”, ha detto. “Modifica le proprie strategie di aggressione e di accumulazione patrimoniale, si alimenta con i proventi del traffico degli stupefacenti di tutti i tipi per i quali resta alta la domanda di strati sociali sempre più estesi”.

Permane il pericolo dall’area dei Balcani perché è da qui che partono i traffici di sostanze stupefacenti, così come quelli i viaggi di migranti. “Continuano a mancare segnali di interrelazioni organiche della nostra criminalità con le mafie tradizionali: Cosa nostra, ‘Ndrangheta e Camorra”, ha detto Maruccia.

LE INFILTRAZIONI NELL’ECONOMIA E NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DURANTE LA PANDEMIA

 “Una criminalità, la nostra, che si orienta verso le risorse e le opportunità che offre la Pubblica amministrazione e lo fa con sofisticate tecniche di infiltrazione”.

La contaminazione dell’economia, stando a quanto hanno documentato le inchieste condotte dai magistrati dell’Antimafia di Lecce, avviene in diversi modi: “Turismo, servizi di guardiania e vigilanza, ristorazione, gaming, commercio di idrocarburi e smaltimento dei rifiuti sono le attività in cui sono state in concreto rilevate le iniziative di insediamento delle nostre organizzazioni criminali e in cui vengono reinvestiti i profitti del traffico di droga”. Ma è il Coronavirus a costituire una ghiotta occasione di business per la mafia anche a queste latitudini.

“Il Covid ha rappresentato un’opportunità per acquisire immobili, attività e imprese in difficoltà, mentre gli esponenti della criminalità organizzata vengono compulsati dai privati per riscuotere crediti o far pressione sulla Pubblica Amministrazione per ottenere provvedimenti di favore”, ha detto Maruccia.

“In corrispondenza, è segnalata la capacità di condizionamento di talune Pubbliche amministrazioni da parte dei boss e l’arrendevolezza di singoli interlocutori. Il tutto rifuggendo da espliciti atti di violenza eclatanti. Non è un caso che in quest’anno, non si è avuto alcun omicidio di mafia”. E’ la strategia del basso profilo. Non solo. “Fa fronte a questo scenario- per fortuna non generalizzato – il persistente atteggiamento di più candidati alle elezioni di rivolgersi agli esponenti della criminalità per avere l’appoggio elettorale”, ha detto Maruccia. “E questo, spiace dirlo, è accaduto anche alle ultime elezioni amministrative del 2020. I criminali non si espongono oramai. Sanno che, in periodo elettorale, verranno cercato, come puntualmente avviene. I comuni di Carmiano e Scorrano, sciolti per mafia nell’ultimo anno, in esito ad accertamenti amministrativi ancora una volta scaturiti dalle indagini della Dda, confermano il quadro”.

L’APPELLO AI CITTADINI E ALLA PRATICA GIORNALIERA DEI VALORI COSTITUZIONALI

Maruccia avrebbe voluto consegnare una descrizione differente rispetto a quella dei 12 mesi precedenti, ma la realtà resta la stessa: “Continua a dare segnali di preoccupazione che ci spingono ancora una volta a ribadire il nostro appello. Qui il discorso va oltre le nostre competenze e capacità perché riguarda la qualità della democrazia nel nostro Paese, le idealità che devono muovere l’impegno dei cittadini nella cosa pubblica”. E’, quindi, un invito generale ad ascoltare i valori della legalità.

“Un appello alla pratica dei valori costituzionali che riguarda anche noi”.

LA MAGISTRATURA CONTAMINATA DA CORRUZIONE E CONCUSSIONE: LE RECENTI INCHIESTE TRA LECCE E BRINDISI

Il discorso, poi, non poteva ignorare casi in cui la stessa magistratura è stata travolta da inchieste: è accaduto a Lecce e di recente a Brindisi. “Al netto delle strumentalizzazioni, la magistratura ha visto offuscata la sua credibilità da condotte deteriori che hanno inciso sul funzionamento democratico dell’organo autonomo della magistratura”. Le cosiddette mele marce sono poche.

Deve essere chiaro a tutti che la stragrande maggioranza dei magistrati assolve per intero il proprio dovere e dimostra nella realtà di tutti i giorni di possedere le doti morali e professionali indispensabili per l’esercizio della nostra funzione”.

Maruccia ha poi fatto espresso riferimento alla magistratura di sorveglianza che durante la pandemia ha continuato a svolgere in maniera regolare le udienze con i detenuti, dentro e fuori le carceri, proponendosi con i difensori e i pm come interlocutori credibili dello Stato che vuole mantenere la promessa dell’articolo 27 della Costituzione, secondo cui la responsabilità penale è personale, l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva e le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

L’ATTENZIONE VERSO IL SETTORE CARCERARIO PER EVITARE INTRODUZIONE DI TELEFONINI

L’attenzione verso il settore carcerario resta alta anche per adottare le necessarie contromisure rispetto a dinamiche criminali: “Basti pensare – ha detto Maruccia – alla quantità di micro cellulari introdotti nei penitenziari con i quali la criminalità organizzata e mafiosa tiene i collegamenti con l’esterno, come riferisce la Dda”.

In conclusione, Maruccia ha ribadito l’impegno della procura generale di Lecce: “Impegno verso un’attività di coordinamento e di indirizzo ispirata al metodo del confronto e della condivisione al fine di assicurare nel distretto l’uniforme esercizio dell’azione penale quale necessario presupposto del principio di uguaglianza”.

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