Strana gratitudine

di Barbara Toma

Il vento fuori soffia forte, fa ballare gli alberi, sposta gli oggetti in giardino e batte sulle finestre.

Sembrerebbe freddo. Ma basta uscire fuori per scoprire che, in realtà, l’aria è calda come quella di un asciugacapelli alla massima potenza.

Strano.

Arriva il caldo, quello vero, e non sarà facile viverlo con queste mascherine pesanti sul viso.

L’altro giorno sono uscita per la prima volta, emozione e sconforto mi hanno pervaso.

Una delle cose che mi infastidiva maggiormente era il cattivo odore in città. Solo dopo ho capito che si trattava del mio stesso respiro intrappolato nella mascherina.

Strano.

Noto poca gente in giro, ma tante bici. Pur di non indossare le mascherine hanno preso a pedalare. Strano.

Vedo gente con mascherine e guanti con colori abbinati ai vestiti.

Non porterò i guanti.

I guanti di plastica con questo caldo trasformano le mani in qualcosa di liquido. E poi l’ambiente?

In un momento storico in cui forse, finalmente, ci siamo resi conto del danno che abbiamo apportato all’umanità con il nostro modo di vivere , consumare e inquinare, la presenza di plastica e derivati, nel nostro quotidiano, è improvvisamente aumentata in maniera esponenziale: guanti monouso, bottiglie e bottigliette di gel disinfettante, schermi in plexiglass in ogni ufficio o luogo pubblico, mascherine monouso, visiere… un disastro.

Siamo uscite, abbiamo incontrato parenti. Forse preferivo la fase uno.
Strano.

Mi affido sempre di più al mio corpo. Ci sono giorni in cui concentrarmi sulla pratica mi permette di scacciare via la negatività, la malinconia, le paure e tornare centrata e leggera, svuotata da tutto.
Sono estremamente grata allo yoga per avermi dato una via di fuga in questa prigionia.

Se dovessi racchiudere tutto questo strano periodo in un solo termine sarebbe sicuramente GRATITUDINE.
E’ ciò che ho sviluppato maggiormente in questo inaspettato, drammatico e bizzarro tempo sospeso.
Un sincero e infinito senso di gratitudine verso la vita.

Ogni giorno si rinnova in me la gratitudine per essere ancora capace di stupirmi, di imparare e di fare spazio al bello anche in mezzo alla tempesta.

E questa consapevolezza mi rende più presente, scegliere di concentrarmi sulla gratitudine mi alleggerisce e mi libera.

Sono grata al cibo che mi nutre, sono grata al mio corpo, che continuo a scoprire, che non mi abbandona e riesce sempre a darmi la possibilità di centrarmi.
Sono grata per i fiori di campagna, le erbe selvatiche, il finocchio, il grande e albero di fico, gli insetti e l’arrivo dei papaveri.
Sono grata per il mio gatto / pantera che mi segue nelle passeggiate e la notte si accovaccia ai miei piedi.
Sono grata per l’amore che ho ricevuto e che ricevo.

Grata per non avere nemmeno una conoscenza lontana che non sia felice e commossa per la liberazione di Silvia Romano.

Sono grata a chi ha creduto in me, soprattutto quando ero io stessa ad averci rinunciato, e a chi ancora continua a credere in me.
Sono grata a questa rubrica settimanale, che oggi arriva alla settimana numero 100.
Sono grata a chi mi legge.
Sono grata a chi mi tende una mano.
Al silenzio, alla musica e al canto degli uccellini.
Sono grata alle carezze e al fatto che posso ancora commuovermi per le gioie inaspettate.
Sono grata ai miei colleghi che, a mia insaputa, hanno organizzato una colletta, sacrificando ognuno una parte dei loro 600€ di aiuto dello Stato, per fare in modo che anch’io, che con i miei 28 giorni di agibilità non ne avevo diritto, ne ricevessi altrettanti.

Sono grata alla Barbara bambina, alla ragazza che sono stata e alla donna che sono.

Ma no, non sono grata a questo Governo per avermi finalmente incluso nel decreto Salva Italia, non penso di dover provare gratitudine per qualcosa che mi spetta di diritto.
Da quando avevo 16 anni ho sempre lavorato, non ho mai smesso. Da 21 anni mi mantengo solo con la danza e ho sempre pagato le tasse.
Se chiudono tutto per una pandemia globale e io non ho più entrate, mi sembra più che normale che anche io riceva degli aiuti.

Per tutto il resto provo una strana e piacevolissima gratitudine.

“Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo” (Albert Einstein)

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