di Luigi Cazzato
In queste settimane, nel chiuso delle nostre quarantene, ci si affanna a trovare lezioni, piccole o grandi, che questa inaudita circostanza possa donarci. C’è chi ricorda la peste di manzoniana memoria, che insieme a cose e persone buone portò via anche “certi soggetti” come Don Rodrigo. Insomma, i prepotenti del tempo spazzati via dalla scopa della Provvidenza.
Se dovessimo andare con la memoria indietro nel nostro tempo alla ricerca di eventi negativi, di scope che come flagelli sono piombati sull’umanità da un giorno all’altro a spazzare cose cattive, ne potremmo trovare diversi. I meno giovani ricorderanno il disastro nucleare di Chernobyl del 1986 nell’attuale Ucraina, che paralizzò di paura l’intera Europa, Italia compresa. La quale imparò non solo a non mangiare verdura fresca a foglia larga, ma soprattutto l’anno dopo imparò a bocciare il nucleare italiano con un sonoro “sì” al referendum che “abrogò” le centrali.
Ancora un altro flagello, questa volta arrivato da più lontano, ci salvò dal ritorno al nucleare: lo tsunami che nel 2011 provocò l’incidente di Fukushima in Giappone, quando anche il muro più alto, che avrebbe dovuto proteggere la centrale nucleare dall’onda più potente mai immaginata, cedette sotto gli occhi increduli dei progettisti. Grazie a questa altra scopa divina gli italiani si salvarono da un referendum che aveva tutta la brutta aria di poter ripristinare quanto era stato fermato nel 1987. Ricordiamo ancora l’allora presidente Vendola tuonare contro il governo, a guida berlusconiana, che solo i carri armati avrebbero potuto far cambiare idea al popolo pugliese. Che rischiava di vedere crescere le torri delle centrali nucleari sulle scogliere di Monopoli o Porto Cesareo.
Nel 2020 è arrivato questo virus sconosciuto che promette di colpire l’intero pianeta, l’intera umanità. Quali sono i prepotenti o le prepotenze di oggi che possono essere spazzate via dalla sua scopa?
A livello nazionale, la prepotenza che rischia di soccombere è l’idea leghista di autonomia differenziata delle regioni, che la crisi sanitaria ha messo a nudo in tutta la sua ingiusta stoltezza.
A livello continentale, la prepotenza che dovrebbe perire è l’idea dell’Europa neoliberista e dell’austerità, sorda ai bisogni sociali e propriamente comunitari. Se questa prepotenza non soccomberà, rischierà di morire la stessa Unione Europea, con le conseguenti sventure che non vogliamo nemmeno nominare.
A livello planetario, la prepotenza che si spera possa piegarsi è l’idea di sovranismo, l’insensata pretesa dei Salvini, Orban, Johnson, Trump, secondo la quale viene prima il popolo di cui facciamo parte e poi gli altri. Il filosofo Slavoj Žižek vede germogliare dal terreno contaminato dal virus la possibilità di declinare un novello comunismo poiché la crisi attuale dimostra che l’unica cosa egoisticamente razionale da fare è essere solidali nell’interesse “comune”.
Nuovo comunismo? Fine del capitalismo? Frasi difficili da pronunciare sine glossa.
Come ha detto l’ex presidente dell’Uruguay Pepe Mujica, non sarà certo il virus a decretare la fine di un mondo in cui si venera in modo fanatico il dio unico del mercato. Tuttavia, se è l’uomo che deve combattere tale prepotenza, questa pandemia è sicuramente una ghiotta occasione. Facciamo un buon uso di questa terribile scopa.
(fonte: il Corriere del Mezzogiorno)
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