Lo spiraglio che mi fa sentire meglio

Di Barbara Toma

 

Pare sia nocivo insistere a rimanere nel letto quando ci si sveglia in piena notte e poi, parliamoci chiaro, il tempo scarseggia qui e l’insonnia mi regala la preziosa occasione di stare con me stessa. Mentre le bimbe dormono ho il silenzio e la concentrazione necessari per lavorare al computer, scrivere, leggere, cercare di partecipare a quel famoso bando, pianificare il lavoro per la nuova stagione e anche, lo ammetto, mangiare schifezze solitamente proibite in casa.

Questo è un tempo preziosissimo, troppo per restare a letto.

 

Questa settimana sono tornata al lavoro, in sala, dove resto tutto il giorno impegnata con le prove di una nuova produzione che mi diverte tantissimo. Ma per le bambine è ancora vacanza.

 

-10 all’inizio della scuola

data tanto temuta quanto agognata da tutti i genitori del mondo

 

La fine delle nostre giornate a giocare e divertirci insieme.

La fine delle giornate di lavoro in cui ti trasformi in una pessima madre, assente, nervosa, stanca e pronta a mollarti praticamente ovunque pur di poter andare al lavoro.

 

Ecco, questo lo scenario, il mio come quello di tantissimi genitori, ma non prendiamoci in giro, sopratutto tantissime mamme.

 

Ed eccomi qui, a scrivere di notte.

 

Quando i pensieri fluttuano in modo più scorrevole e si è spontaneamente portati a fare una sorta di resoconto dei fatti…

Lungi da me il volermi lamentare eh! Che settembre è sempre stato un periodo dell’anno magico, lavorare mi fa sentire viva, iniziare una nuova stagione mi permette di credere ai nuovi propositi o rafforzare la convinzione con cui inseguo i soliti obiettivi. Tornare alla routine mi fa sentire a casa.

 

Inoltre ho avuto delle ferie bellissime, non tanto avventurose, come mi piaceva un tempo, ma diverse, nate dalla impellente necessità di staccare tutto e smettere di fare qualsiasi cosa tranne godermi le mie figlie.

 

Ed è così che mi sono ritrovata in un resort per famiglie.

Centro nevralgico di tutto ciò che più ho odiato nella vita: le giornate organizzate da altri, le piscine affollate, i balli di gruppo, gli spettacoli scadenti la sera, la sigla per ogni cosa e, sopratutto, l’animazione.

Poveri ragazzi, alcuni ci credono, altri sono li per caso, per fare esperienza, per guadagnare qualcosa, e probabilmente non torneranno mai più.

Resta il fatto che i ragazzi dell’animazione rappresentano tutto ciò che ho sempre evitato nella mia vita, sia come danzatrice che come turista.

 

Chi l’avrebbe mai detto che avrei preferito spendere i miei soldi e i miei giorni liberi in un posto simile e non in viaggio?

 

Ma vuoi mettere? La bella stanza sempre pulita, niente da cucinare, niente spese, il parco giochi immerso negli ulivi proprio di fronte alla porta, la totale assenza di macchine, la piscina per i piccoli, diecimila bagnini e animatori che controllano e intrattengono le piccole, serate che ti permettono di far fare qualcosa alle tue bimbe senza nemmeno dover pensare, organizzare, guidare…

Grazie Dio!

Senza contare l’esperienza che ho potuto fare a livello di ricerca antropologica, scoprire una nuova e sconosciuta categoria di persone, simili a me solo per la stanchezza, ma apparentemente diverse in tutto. Interessante spettro umano. Spaccato di umanità insieme triste e profondamente esilarante.

 

Le bambine al settimo cielo, io riposata.

 

Pronta per il tour de force.

 

Rifiuto l’idea che qui si continui a fare castelli di sabbia, immersioni e letture sotto l’ombrellone fino a fine ottobre. Odio l’idea di tornare al mare. Per me basta così.

 

Che anche quest’anno, come ha ben detto la regista Lucrecia Martèl nel suo discorso alla Mostra del Cinema di Venezia, in occasione del premio alla carriera a Pedro Almodovàr:

‘Abbiamo continuato ad immergere i nostri bikini in un mare di morti’

 

Ma stanotte non è come le altre notti, questa notte è diversa, questa è la prima notte senza il ministro dell’orrore (appositamente scritto in minuscolo),

questa è la notte che porta speranza,

che riapre le porte di Riace a Mimmo Lucano

e che, si spera, riapra anche i porti ai rifugiati:

è la notte in cui mi piace pensare che torneranno ad aprirsi anche le menti e i cuori.

 

Non mi illudo, non sarò rappresentata neanche in questo governo.

non ci saranno ministeri sorprendenti e non ci libereremo di presenze nocive e a dir poco fuori luogo al comando di un Paese.

Inoltre, saranno solo 7 le donne chiamate a governare, 7 su 21.

Solo un terzo del totale, e questo esclusivamente grazie a un appello firmato da tantissime di noi, altrimenti sarebbero state molte meno, lo so.

 

Ma questa notte apre uno spiraglio di luce e io me lo faccio bastare: intanto mai più Pillon e Salvini.

Mai più Ministri degli interni occupati solo a presenziare sui social in stile ‘grande fratello’.

 

Intanto

placare i toni

smettere di incitare all’odio

 

È poco, è molto lontano da ciò che desidero? Certo.

Ma in tempi come questi è una svolta preziosa.

 

Lasciamo perdere per un attimo cosa e chi dovremo sopportare da domani

e godiamoci l’ebbrezza di un sogno che fino a poche settimane fa sembrava impossibile da realizzare.

 

Senza mai perdere di vista lo scenario globale: tutto brucia, tutto va in fiamme e l’idea della fine è qui, a un passo da noi.

Non c’è più tempo.

Cambiare vita, cambiare abitudini, cambiare modi. Questo l’imperativo.

 

Ma senza perdere le consuetudini importanti, gli spiragli che ci fanno sentire meglio, come per me questa rubrica e il mio appuntamento settimanale con voi.

 

‘La notte porta consiglio, neanche uno sbadiglio, questo è lo spiraglio che mi fa sentire meglio…’

Meg, 99 Posse

 

Bentornati amici

3 Thoughts to “Lo spiraglio che mi fa sentire meglio”

  1. Roberto

    È uno spiraglio che sa un po’ di schizofrenia. I decreti vergognosi e incostituzionali sulla “sicurezza” portano la firma dell’attuale presidente del Consiglio che adesso si atteggia pure a novello Cavour. E sono passati con l’approvazione del partito principale dell’attuale maggioranza. Tanto che mi viene il sospetto che la testa di molti parlamentari abbia l’unica funzione di separarne le orecchie… E ciò che è peggio è che se il Parlamento non è cambiato non sono cambiati neppure gli elettori.
    E tuttavia ha ragione. Fino a poco fa anche questo cambiamento sembrava impossibile per cui bisogna godersi il momento e sperare che siamo ancora in tempo per rinsavire.
    Intanto mi godo la sua rubrica. L’aspettavo. Ben ritrovata.

    1. Roberto

      Ps: lo spiraglio che sa di schizofrenia a cui mi riferivo è il cambio di governo – non certo la sua rubrica – e la schizofrenia è quella della classe politica e più in generale della classe dirigente (basta sentire i commenti che arrivano da Cernobbio….) Mi scuso per la poca chiarezza del commento.

  2. Barbara Toma

    Sapere che qualcuno ci aspetta, ci segue, si accorge della nostra presenza/assenza è qualcosa di prezioso, grazie di cuore per il Roberto.

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