Di Barbara Toma
Ancora un femminicidio. Quasi uno al giorno questa settimana, un bollettino di guerra.
Ma non fa più notizia.
Nemmeno morendo riusciamo a farci sentire.
E poi ci sono tutte le potenziali prossime vittime di questo sterminio di cui nessuno parla, quelle con le ossa intere ma già assassinate dentro.
Povera Italia, campo santo di anime spezzate.
Oggi scrivo per le donne che giudicano le altre donne, per quelle che non vogliono sapere, per le donne che sono ancora convinte di poter vincere una guerra da sole, per me, e per te, sorella.
non voltarmi le spalle
fidati
io mi fido
non voltarmi le spalle
credimi
io ti credo
io sono madre, sorella, figlia, sposa, strega, puttana
io sono tutte le donne
e sono viva
non voltarmi le spalle, sorella
guardami
a me importa
che ne sanno loro dei sensi di colpa
del cuore ormai duro come roccia
che ne sanno della confusione
di quel senso di smarrimento
del non saper più prendere una decisione nemmeno al supermercato
che ne sanno degli sguardi di disgusto
delle battutine denigranti che, come la goccia del lavandino, scavano solchi profondi
che ne sanno dei silenzi
giorni e giorni di interminabili e violenti silenzi
che ne sanno dell’atroce mancanza di logica
della banalità del male
aiutami sorella
che ne sanno di quanto possa spaventare l’abilità di recitare
di quanto sia impeccabile agli occhi degli altri e mostruoso lontano da testimoni
che ne sanno di quanto sia difficile dimostrarlo
non voltarmi le spalle, sorella
credimi
io ti credo
che ne sanno loro del sesso sempre più violento
del sentirsi usata
degli insulti
di cosa significhi implorare attenzioni, una carezza, anche solo un sorriso
che ne sanno delle promesse mai mantenute
dell’amore detto e mai dimostrato
delle regole implicitamente imposte
del sentirsi sempre più inutile e inadeguata
che ne sanno della prima volta che ti chiama TROIA davanti ai tuoi figli
che ne sanno della vergogna
dei sensi di colpa
della solitudine
dei fiumi di lacrime
che ne sanno dei tradimenti imposti
dei ricatti
delle continue menzogne
sorella
credimi
io ti credo
non voltarmi le spalle
guardami
io ti guardo
non vogliono capire
ma che ne sanno delle parole dell’amore:
‘tu mi piaci, potresti essere perfetta per me’
‘dovresti essere più dolce’
‘ti vorrei geisha’
‘ti voglio tutta; corpo/ testa/ cuore’
‘ormai sono io la tua famiglia’
‘SEI MIA’
‘viscida’
‘infame’
‘ti voglio vedere in lacrime’
‘essere spregevole’
‘ucciditi’
‘io ti insulto eccome! Come persona e come donna, merda!’
‘devi fare la fame’
‘vediamo se i tuoi due neuroni fanno contatto e capisci’
‘grande merda’
‘esaurita del cazzo’
‘impiccati’
‘sparati , metti fine a questa agonia per i tuoi neuroni’
‘imbecille’
‘non sei una donna’
‘attrice di serie c’
‘uh, poverina lei… è ‘spaventata!’
‘ridicola’
‘mi fai schifo’
‘donna senza palle’
‘sei una cosa inutile e insulsa’
‘tu non sei il benessere dei miei figli’
‘sei una merda e come merda vai trattata’
‘tu e i tuoi amici di merda’
‘falsa’
‘ti meriti questo ed altro’
‘faccia di cazzo’
‘bocchinara’
‘professoressa di sto cazzo’
‘non vali niente’
‘al telefono fai la leonessa e poi di persona ti caghi sotto’
‘merda secca’
‘devi solo essere impalata’
‘lurida’
‘infame’
‘ti spello viva, merda’
‘sei una puttanata vivente’
‘devi morire’
‘sei ridicola’
‘troppo difficile per te , magari te lo fai spiegare’
‘ma come si fa a non perdere la pazienza e avere un rapporto civile con una che ci mette un ora a ‘rispondere a un messaggio?’
‘dillo un altra volta e veramente prendi botte’
‘malata di mente’
‘rimani sempre una cafona maleducata’
‘fatti aiutare’
‘ti deridono tutti’
‘sei la mia troia, tutto devi ingoiare, anche le palle’
‘ritieniti fortunata, che se non fosse illegale ti ucciderei di mazzate’
Che ne sanno del non essere presa sul serio
che ne sanno del coraggio che serve per parlare
che ne sanno dei ‘si ma, ti ha mai picchiato?’
‘signora, mi spiace, ma riuscire a provare la violenza psicologica è oltremodo difficile, mi creda’
Che ne sanno di quando si arriva a pensare che sarebbe stato meglio arrivare al peggio?
fidati di me, sorella
non voltarmi le spalle
insieme siamo marea
crediamoci
“signora, mi spiace, ma riuscire a provare la violenza psicologica è oltremodo difficile, mi creda’”
Ma la cosa più difficile l’abbiamo già fatta: riconoscerla e provarla a noi stesse!
Sarebbe utile provarla anche al resto del mondo, ma anche liberarsene come ci si libera di uno sputo non è male!
Questa poesia di oggi è meravigliosa perché è questa di cui parla l’origine della violenza, ma non sempre una la riconosce!
Sputiamola per strada finché è psicologica, e andiamo avanti senza girarci !