Nel Salento antico si producevano profumi
Nel 2000 a.C. si producevano olii profumati dalle olive acerbe. Perché non farlo oggi?
Di Tania Pagliara La fabbrica di profumi del Mediterraneo più antica del mondo venne ritrovata a Phirgos, sull’isola di Cipro. Un importante sito archeologico del II millennio A.C. La fabbrica venne distrutta da un incendio durante un terremoto, per cui tutto era seppellito sotto la cenere: ogni suppellettile era rimasto intatto. Interessante fu il ritrovamento di un piccolo macchinario usato per la distillazione dell’olio: gli imbuti, simili a quelli moderni, testimoniano la conoscenza della distillazione molto prima di quanto si presupponesse. Inoltre la fabbrica testimonia che la produzione dell’olio nel Mediterraneo non era solo a scopi commestibili, importantissima era la produzione degli oli profumati di Afrodite. Dalle testimonianze archeologiche, dai numerosi contenitori ritrovati, si deduce che anche il Salento, sotto l’influenza di Cipro e del culto della dea, era nell’antichità importante per la produzione di profumi.
(Nelle foto contenitori di profumi del Museo di Brindisi) Il sito di Phirgos tramanda che l’olio usato per la creazione dei profumi era ottenuto dalle olive ancora verdi, raccolte ad agosto. Oltre all’olio venivano usati fiori, foglie, alloro, oppio e fragranze di ogni tipo. Dalle informazioni avute dagli archeologi è possibile oggi riprodurre e rimettere in commercio questi oli profumati sacri alla dea dell’amore ed alcuni anche afrodisiaci, una soluzione che potrebbe risollevarci in un momento così critico per il commercio del nostro olio commestibile. Riprendiamo la produzione di profumi a base di oli, come quando eravamo Messapi e magno greci: Afrodite salverà i nostri ulivi!
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