I luoghi del culto: il dipinto di san Paolo

//SPECIALE SANTU PAULU// Il quadro raffigurante san Paolo, conservato nella piccola cappella di Galatina: un “fermo immagine” che racchiude tutta la simbologia che lega il santo ai riti della taranta

di Valentina Isernia Nella piccola chiesetta di san Paolo, a Galatina, è conservato un dipinto raffigurante il santo di particolare interesse; esso racchiude in un'unico “fermo immagine”, infatti, tutta la simbologia legata a san Paolo, incluso il riferimento, tutto salentino, alle guarigioni dei malati morsi dalla taranta. L'autore del quadro (olio su tela, cm 240 x 142) è il pittore ruffanese Saverio Lillo; si tratta di una delle prime opere dell'autore, datato 1975. Sul numero 37 dell'edizione cartacea del Tacco d'Italia (2007), Stefano Tanisi, all'epoca studente dell'Accademia di Belle Arti di Lecce, ne descrive la composizione: “La composizione è dominata dalla figura di san Paolo avvolta da ampi panneggi, che si staglia sullo sfondo raffigurante un tratto di costa dove campeggia a sinistra, sull'alta linea d'orizzonte, una vela. Il luminoso e severo volto del santo, delineato da una nera barba e da una folta capigliatura, è diretto verso lo spettatore. La mano sinistra regge il manto e sul braccio è appoggiata una lunga spada, mentre la destra indica un angelo che regge un grosso libro aperto, sulle cui pagine ci sono dei riferimenti alle lettere scritte dall'apostolo ad Efesini, Romani e Corinzi. Sulla sinistra in primo piano, due personaggi rivelano una forte tensione devozionale: un uomo malato (il tarantato), mollemente adagiato e sorretto da una donna, è in attesa di ricevere la grazia dal santo guaritore dai morsi d'animali velenosi. Dietro, una figura angelica inginocchiata tiene fra le mani un secchiello con l'aspersorio per la benedizione del tarantolato. La presenza nel dipinto di questi personaggi, sottolinea la devozione al “folgorato di Tarso”. Nel dipinto compaiono elementi che allundono all'episodio dell'apostolo sull'isola di Malta: in alto a sinistra, sulla linea d'orizzonte, si scorge una barca a vela, mentre la serpe strisciante è a destra in prossimità dei piedi del santo”. Il cortile di palazzo Tondi Vignola, ospita, inoltre, una seconda opera: un dipinto murale a tempera, situato nella nicchia della seconda vera del pozzo miracoloso. Secondo la leggenda, il pozzo miracoloso conservava un'acqua curativa, in grado di guarire i tarantolati. In questo affresco (tempera, cm 191 x 71.5), anch'esso attribuito a Lillo, la figura di san Paolo è rappresentata in modo classico: in piedi, con la mano sinistra sorregge un libro mentre la destra è rivolta verso il cielo in segno di predicazione. Il dipinto purtroppo è in stato di conservazione peggiore rispetto a quello contenuto nella cappella e, spiega ancora Tanisi “il restauro ha totalmente alterato la qualità pittorica e i tratti fisionomici del santo; quell'aria dolce e malinconica de volto che traspariva dai frammenti è svanita tra grossolane ridipinture”

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