Bari. SPECIALE. Ecco le ‘Norme per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, il sostegno delle vittime, la promozione della libertà e dell’autodeterminazione delle donne’
IL CONTESTO Gli obiettivi operativi del secondo piano regionale vengono confermati dal nuovo PRPS 2013-2015, con la finalità generale di implementare e qualificare la rete minima dei servizi su tutto il territorio regionale con azioni di prevenzione, contrasto, monitoraggio del fenomeno, attraverso l’integrazione forte tra i servizi territoriali pubblici e privati, la valorizzazione delle competenze espresse dai Centri Antiviolenza autorizzati al funzionamento che hanno acquisito, in anni di lavoro prevalentemente volontario, esperienza e professionalità, il raccordo con il sistema della formazione e dell’inserimento socio lavorativo nonché dell’istruzione, al fine di affrontare il tema della violenza di genere anche da un punto di vista socio-culturale. La titolarità e l’azione di coordinamento degli interventi torna dalle province agli ambiti territoriali che hanno quali obiettivi operativi su cui concentrare le risorse della programmazione: • almeno una convenzione con un Centro Antiviolenza per ambito territoriale (significa che negli ambiti in cui non è attualmente presente alcun CAV, si potrebbe sottoscrivere convenzione con il CAV autorizzato più vicino) • l’attivazione o il consolidamento in ogni ambito territoriale, di equipe integrate multi professionali fra servizi sociali, sanitari di base e specialistici, servizi giudiziari, per la presa in carico delle vittime di violenza, in primis minori, e per la predisposizione di progetti individualizzati • la previsione di un fondo per il pagamento rette a copertura degli inserimenti nelle case rifugio più idonee • la predisposizione e l’attuazione di protocolli operativi per il pronto intervento e per la presa in carico integrata e globale delle vittime di violenza, non solo al fine della protezione e tutela ma anche per l’eventuale reinserimento socio-lavorativo e per l’indipendenza economica e l’autonomia delle donne Al 31 gennaio 2014 risultano operativi 18 Centri antiviolenza, 7 Case Rifugio e 2 Case rifugio per vittime di tratta. Tutti gli Ambiti territoriali che nel primo semestre del 2014 hanno approvato i Piani sociali di zona 2014-16 hanno stanziato mediamente circa 50mila euro per dare copertura alla spesa annuale dei Centri antiviolenza e per il pagamento delle rette per l’accoglienza urgente in casi di abuso, maltrattamento e violenza. IL PERCORSO Nell’aprile 2013 la bozza del disegno di legge prende avvio. Tra novembre 2013 e gennaio 2014 le strutture tecniche dell’Assessorato regionale al Welfare incontrano i territori per la più ampia partecipazione e concertazione. Il 4 marzo 2014 il disegno di legge viene approvato dalla Giunta regionale. Tra il 2011 e il 2014 sono sette le Regioni italiane che approvano una propria Legge sul contrasto alla violenza di Genere: Veneto, Campania, Lombardia, Sicilia, Lazio, Valle d'Aosta e Sardegna. LA LEGGE IN SINTESI È un articolato abbastanza snello che nella prima parte indica in maniera esplicita: i principi a cui la norma si ispira, le definizioni, le finalità e gli obiettivi. Nella seconda parte declina, in maniera puntuale il sistema delle responsabilità a partire dagli interventi regionali e, a seguire, di quelli posti in essere dal sistema delle autonomie locali. Nella terza parte struttura il sistema di Governance per l’efficace conseguimento degli obiettivi e, in particolare, istituisce il Tavolo Interassessorile, con funzione di indirizzo politico, e prevede una Task force permanente quale organismo tecnico, a composizione variabile, con il compito di predisporre strumenti operativi ed integrati per l’attuazione della norma. Ruolo cardine viene affidato al corretto e costante monitoraggio del fenomeno, affidato ad una sezione dedicata dell’Osservatorio Regionale delle Politiche Sociali, introdotto dalla legge regionale 19/2006, nonché al lavoro di prevenzione da realizzare in collaborazione con le Istituzioni scolastiche e con il supporto degli Operatori della Comunicazione. Nel titolo della norma si fa riferimento all’autodeterminazione delle donne, poiché il fine non è solo di contrasto ma, per l’appunto, di prevenzione. L’obiettivo ultimo è quello di rendere concreto il messaggio legato all’opportunità concreta di uscire dal circuito della violenza potendo fare affidamento su un sistema di servizi competente, qualificato, “alleato”. Assistenza economica e alloggiativa, inserimento lavorativo, creazione di un fondo per il sostegno, anche economico, delle vittime: sono questi i problemi che occorre in primis affrontare quando ci si trova dinanzi ad una situazione di violenza. Assistenza alloggiativa indispensabile laddove occorra procedere con l’allontanamento della donna, sola o con figli minori, dall’abitazione familiare; assistenza economica, nelle more di attivare un idoneo percorso di inserimento o reinserimento socio lavorativo, creazione di una rete di protezione che possa davvero garantire la sicurezza della donna e degli eventuali figli. Significativo, in proposito, le sinergie attivate sia con l’assessorato all’urbanistica, d’intesa con il quale è stata definita una riserva nella quota di alloggi di ERP, nella disponibilità dei sindaci, e con l’assessorato all’istruzione e alla formazione, sia per quel che riguarda il coinvolgimento attivo delle scuole, sia per quanto attiene alla necessità di elaborare percorsi comuni di inserimento socio-lavorativo, anche a valere su risorse FSE. LE RISORSE FINANZIARIE Il finanziamento della Legge è assicurato per un importo pari a € 900.000,00. La piena attuazione dei contenuti della Legge potrà contare anche su altri interventi collegati. I programmi antiviolenza trovano copertura finanziaria nei fondi nazionali assegnati annualmente alle regioni dal Governo. La Puglia avrà circa € 800.000,00, grazie anche al numero di CAV attivi e alle Case rifugio, frutto dell’investimento fatto negli ultimi anni dall’amministrazione regionale. Nella programmazione in corso per il sessennio 2014-2020 sono stati già allocati € 10.000.000,00 per progetti integrati di inclusione attiva rivolti alle vittime di violenza. L’art. 18 prevede, inoltre, la possibilità che la Giunta regionale, attraverso la più opportuna integrazione di risorse, finanzi iniziative di rilevanza regionale, anche a carattere sperimentale, definendo il concorso al finanziamento da parte delle diverse aree di policy. Non da ultimo va tenuto presente l’investimento infrastrutturale complessivo che, a valere sulla misura 3.4.1. del PO FESR vedrà la realizzazione entro gennaio 2015 di ulteriori n.3 case rifugio.
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