Salento abusivo

// INCHIESTA// 1// Lecce. Cresce l’appeal turistico della provincia di Lecce e cresce, di pari passo, l’interesse della criminalità nell’edilizia balneare. Legambiente: buona attività della Procura, ma i sindaci si girano dall’altra parte

LECCE – E’ la provincia pugliese più esposta all’influenza delle cosche mafiose, perché è una delle mete preferite dai turisti, soprattutto d’estate. E poi, da alcuni anni, va di moda. Secondo il rapporto di Legambiente “L’abusivismo edilizio in Puglia: fotografia di uno scempio” presentato ieri a conclusione della Settimana della Bellezza, è forte l’appeal che la provincia di Lecce esercita sulla criminalità organizzata. Tuttavia, continua il rapporto, proprio nel Salento è molto efficace il lavoro della Procura della Repubblica, che ordina e fa eseguire le demolizioni conseguendo buoni risultati. Ma, a fronte del lavoro della Procura e delle forze dell’ordine, l’associazione ambientalista sottolinea la paura dei sindaci nel vigilare sugli abusivismi. Ordinare una demolizione significa esporsi in prima persona, sfidare le organizzazioni mafiose: la soluzione scelta nella maggior parte dei casi è far finta di non vedere o trincerarsi dietro le difficoltà economiche. Così gli immobili abusivi restano lì, la criminalità continua i suoi affari impunita, l’illegalità ha il “a osta” anche da parte di chi la dovrebbe contrastare. La provincia di Lecce è terza in Puglia per numero di infrazioni edilizie accertate: 140 nel 2012 (il 2,2% del totale nazionale); sull’intero territorio regionale le infrazioni sono state 640. Le persone denunciate o arrestate sono state 194; 89 i beni sequestrati perché abusivi. Quanto agli abusivismi sulla costa demaniale, il Salento è assieme al Gargano, il territorio dove è più forte il richiamo turistico e, di conseguenza, più massiccia la speculazione edilizia. Tra le operazioni condotte nel Salento, il rapporto ricorda quella condotta a Carmiano, dove gli uomini del Corpo forestale dello Stato nei primi mesi dello scorso anno hanno sequestrato il cantiere di un impianto a biogas. Erano già stati eseguiti grandi sbancamenti di terreno ed erano state gettate le fondamenta dei silos, ma dalla documentazione acquisita emerse che i lavori in corso erano difformi da quanto autorizzato e i responsabili vennero deferiti all’Autorità giudiziaria. Nel Comune di Gallipoli, in un’area sottoposta a vincolo idrogeologico all’interno del parco regionale naturale “Isola di S. Andrea-Litorale di Punta Pizzo”, sono stati fermati i lavori per la realizzazione di un parcheggio a servizio dei lidi, effettuati in assenza di ogni autorizzazione. Questo tipo di abusi viene portato alla luce in gran parte grazie all’attività del Noe di Lecce, che nel 2013, ha condotto con l’operazione “Coast to coast”, che si è concentrata sul controllo delle strutture balneari stagionali realizzate su aree demaniali, realizzate senza permessi o con autorizzazioni scadute. L’area sottoposta a controllo è stata estesa ai territori dei Comuni di Lecce, Otranto, Castro, Gallipoli, Porto Cesareo, dove sono stati eseguiti numerosi interventi di sequestro, tra cui cinque vaste aree demaniali in concessione, interi complessi edilizi, stabilimenti balneari, locali da ballo e il deferimento all’autorità giudiziaria di 15 persone, tra cui dieci legali rappresentanti di altrettante società operanti nel settore edilizio, turistico-ricreativo. Purtroppo la storia si ripete, all’apertura di ogni nuova stagione estiva, e fioccano i sigilli a lidi, bar, terrazzamenti, costruiti senza permessi. Ma non sono solo gli stabilimenti balneari a finire sotto la lente delle forze dell’ordine: nell’estate del 2012 la Guardia di finanza a Ugento ha scoperto una mega villa abusiva di circa 750 metri quadrati, con piscina e campi da tennis su una superficie di 800 metri quadrati, che avrebbe dovuto essere un deposito di attrezzi agricoli. A Porto Cesareo, l’estate scorsa, i carabinieri hanno apposto i sigilli a due appartamenti in costruzione e ad un muro di oltre 70 metri, che i proprietari stavano realizzando senza autorizzazione su un terreno a destinazione agricola. E poi ci sono le grandi speculazioni: il residence Punta Grossa, in contrada Serricelle, a Porto Cesareo, sequestrato nel 2011, che dal gennaio del 2013 è al centro di un processo con oltre 100 imputati, tra imprenditori, progettisti, ex amministratori locali, funzionari comunali e regionali, accusati a vario titolo di falso, lottizzazione abusiva e violazione delle leggi tributarie. La società immobiliare, che stava realizzando un villaggio turistico da 50 milioni di euro, non aveva ottenuto i permessi necessari, tra cui le autorizzazioni ambientali. Nel gennaio del 2013 l’intervento della Guardia di finanza, su disposizione della procura di Lecce, ha messo i sigilli a 53 appartamenti all’interno del Chiusurella Village, in località Torre Lapillo, ancora una volta nel comune di Porto Cesareo. Lì, sotto le false spoglie di un centro commerciale si nascondevano in realtà alloggi turistici. // Tanti abusi, solo due demolizioni A fronte di un abusivismo edilizio così diffuso, le demolizioni di immobili illegali nella provincia di Lecce sono state pochissime. Nel 2013 ce ne sono state solo due: quella del novembre del 2013, che ha riguardato una villetta abusiva in località Torre Lapillo, a Porto Cesareo e quella di pochi mesi prima, maggio 2013, relativa ad un immobile non finito di due piani, per 470 metri cubi di volumetria, in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico a Torre Suda, marina di Racale. Legambiente sottolinea tuttavia l’efficace attività della procura di Lecce l’anno scorso ha ottenuto l’autodemolizione da parte degli stessi proprietari di circa 200 abusi, tra ville, piscine e altre strutture lungo la costa salentina. Articoli correlati: Abusivismo, le ruspe della Procura Punta Grossa, abusivismo edilizio. Sequestro da 50 milioni

Leave a Comment