Matarrelli: ‘il governo abbia il coraggio di affrontare il porcellum’

Roma. “I continui mal di pancia, le bizze di Berlusconi – conferma Matarrelli – non sono certo indice di stabilità politica”.

di Salvatore Ventruto Roma. Nonostante il 2 ottobre scorso abbia incassato una nuova fiducia, il Governo continua a soffrire per le divisioni presenti all’interno dei partiti di maggioranza, Pd e Pdl – Forza Italia. Se nel Partito Democratico a farla da padrone è l’imminente congresso, nel Popolo della Libertà continua a tenere banco la contrapposizione tra “alfaniani” da una parte e i “lealisti” ( vicini all’ex premier Berlusconi) dall’altra. La tensione quindi torna a salire e la deludente Legge di Stabilità potrebbe rappresentare una ulteriore occasione per “tirare la corda”. Abbiamo voluto ascoltare sugli ultimi sviluppi politici il deputato di Sinistra Ecologia e Libertà Antonio Matarrelli che sulle prospettive temporali del Governo Letta conferma come siano “davvero difficili da prevedere”. “Ci auguriamo – aggiunge – che il Governo abbia almeno la forza ed il coraggio necessari per superare il Porcellum e concludere questa legislatura così atipica”. Il premier Letta esce sicuramente rafforzato dall'ultimo passaggio parlamentare e subito dopo la fiducia il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha auspicato che nei prossimi mesi non vi sia più un gioco al massacro. Secondo Lei l'orizzonte del Governo Letta può veramente essere il 2015? E' davvero molto difficile da prevedere. Le dinamiche che sottendono al Governo in carica appaiono, anche a noi che siamo all'opposizione, molto fluide e complesse. Ciò che sembra ormai acclarato è che assistiamo ora alle bizze ed alle paure di Berlusconi, ora ai mal di pancia di una parte della maggioranza di destra, ora ai malumori di una parte della maggioranza di centrosinistra. Non mi pare che questa condizione indichi stabilità e governabilità, o rappresenti un punto fermo per i cittadini da troppo tempo in acuta sofferenza ed in attesa di risposte concrete. Noi ci auguriamo piuttosto che il Governo abbia almeno la forza ed il coraggio necessari per superare il Porcellum e concludere questa legislatura così atipica. Le elezioni con una nuova e più decente legge elettorale restano la sola via di uscita onorevole. Secondo Lei le motivazioni della fiducia al Governo Letta da parte del PDL e di Berlusconi nascono dalla consapevolezza che questa scelta rappresentasse il male minore o vi sono altre motivazioni? Non lo so e non voglio neppure chiedermelo, anche perché ritengo che questa sorta di «grosse koalition» all'italiana, questa grande ammucchiata che non ha come obiettivo fondante il bene del Paese, possa soltanto danneggiare gli interessi generali e non sia in grado di tutelare le fasce deboli già troppo violentate da anni di politiche neoliberiste. Sei mesi fa questo Governo è nato con l'obiettivo di affrontare le emergenze del paese: la disoccupazione, arrivata ormai al 12% (40% quella giovanile), la crisi delle piccole e medie imprese e delle famiglie, le riforme istituzionali, ammesso che queste ultime siano veramente urgenti. Non ritiene che le aspettative verso questo governo siano molto grandi visto che non è riuscito nemmeno ad evitare l'aumento dell'IVA al 22%? Le aspettative delle famiglie, dei giovani, dei lavoratori sono giustamente enormi ed ingiustamente disattese. E credo che non possano aspettarsi più di tanto. Basta ragionare sulla storia d'Italia dell'ultimo tragicomico ventennio: si può credere davvero che destra e sinistra siano portatori dei medesimi interessi? Si avvicina sempre di più il Congresso del Partito Democratico. Il leader del suo partito, Vendola ha manifestato una maggiore simpatia per Matteo Renzi nelle ultime settimane. E' veramente il sindaco di Firenze l'ultima speranza per il centrosinistra? Noi non ci schieriamo con alcuno. Da uomo di sinistra esterno al PD, considero che il dibattito precongressuale comincia a profilarsi interessante, anche per le sorti del composito universo della stessa sinistra. I competitors, Renzi, Cuperlo, Civati, Pittella e lo stesso Barca, osservatore non disinteressato, sembrano persone degne: in qualche modo nuove, a diverso titolo con una idea di sinistra moderna e socialdemocratica. Renzi ha dalla sua una particolare «verve» che, nell'odierna società dell'immagine non guasta. Ma tutti i candidati ragionano sull'unità della sinistra e sui problemi reali del Paese, senza perdersi in chiacchiere sull'ormai annosa e stucchevole questione del berlusconismo e, conseguentemente, dell'antiberlusconismo. Guardiamo con attenzione a che cosa originerà questo congresso.

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