Giuseppe Brescia: ‘M5S, liberi di decidere’

Roma. Il deputato “grillino” commenta la “questione Gambaro” e riferisce i principali temi sui quali si sta concentrando la sua attività parlamentare

ROMA – “Beppe Grillo ci ha sempre e comunque supportati e colgo ancora una volta l'occasione per ribadire che non ci ha mai imposto alcun tipo di decisione. Il problema era di chi si è opposto a questo dialogo ed anziché esporre le proprie perplessità in assemblea come chiunque di noi può fare, ha preferito farsi pubblicità personale”. Con queste parole l’onorevole del M5Stelle Giuseppe Brescia chiude la vicenda Gambaro e riferendosi anche all’espulsione dal Partito democratico di Valentina Spata aggiunge: “Noi abbiamo dato la parola alla rete, ora mi piacerebbe capire se in un partito che si professa ‘democratico’ di nome e di fatto, questa decisione è stata presa dopo un confronto pubblico o se invece sono stati i soliti noti a decidere”. Il M5Stelle in queste settimane è sotto l’occhio del ciclone per le espulsioni e le defezioni. Vicende che stanno oscurando il lavoro dei parlamentari nel “Palazzo”. “Stiamo lavorando come forsennati – afferma Giuseppe Brescia – perché, credetemi, in questi anni ne hanno combinate di tutti i colori e i risultati d'altronde sono sotto i vostri occhi. Abbiamo presentato una mozione per il ripristino di quasi 8 miliardi di euro tagliati a scuola, Università, ricerca e cultura nel corso della scorsa legislatura e stiamo lavorando anche per l'anamento del programma di acquisto e sviluppo dei cacciabombardieri F35. Inoltre – conclude Brescia – come primo firmatario ho presentato una proposta di legge per l'abolizione dei finanziamenti pubblici all'editoria”. La rete ha ratificato l'espulsione di Adele Gambaro dal M5Stelle. Alcuni suoi colleghi hanno contestato le modalità del voto on line. Qual è la sua posizione in merito? “Io penso che il nostro compito di portavoce sia sempre quello di dare la parola alla rete. Quella stessa rete che ha già dimostrato la sua saggezza in occasione dell'elezione del presidente della Repubblica, quando scelse un illustre personaggio come Stefano Rodotà, un uomo di centrosinistra. Come ben sapete anche in quell'occasione abbiamo accettato ed appoggiato con tutte le nostre forze il verdetto della rete. E' notizia recente invece l'espulsione dal Pd di Valentina Spata. Noi abbiamo dato la parola alla rete, ora mi piacerebbe capire se in un partito che si professa ‘democratico’ di nome e di fatto, questa decisione è stata presa dopo un confronto pubblico o se invece sono stati i soliti noti a decidere”. Il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Fico ha affermato che quella della senatrice Gambaro “è stata l'ultima espulsione”. Intanto Beppe Grillo ha telefonato ai deputati “dissidenti” Currò e Pinna. E' l'inizio di un maggior dialogo e confronto tra Grillo e voi parlamentari? “Beppe Grillo ci ha sempre e comunque supportati e colgo ancora una volta l'occasione per ribadire che non ci ha mai imposto alcun tipo di decisione. Il problema era di chi si è opposto a questo dialogo ed anziché esporre le proprie perplessità in assemblea come chiunque di noi può fare, ha preferito farsi pubblicità personale. E' necessario comprendere che il nostro Movimento è in Parlamento solo da pochi mesi e si trova a contrastare quotidianamente attacchi mediatici e partiti che sono qui da 60 anni. Era fisiologico che qualcuno cedesse alle pressioni esterne ma come potete vedere la stragrande maggioranza del gruppo è rimasta compatta. Come vede anche la vittoria del ballottaggio a Ragusa dimostra che le parole della senatrice Gambaro erano del tutto infondate”. In questi giorni alcuni suoi colleghi hanno parlato della necessità del Movimento di liberarsi degli “elementi tossici”. Non ritiene questo linguaggio un pò troppo violento? “Solo qualche giorno fa mentre lavoravamo in Parlamento tentando di impedire che un Governo scellerato facesse passare un decreto sulle ‘emergenze ambientali’ con il quale con la scusa dell'urgenza si è tentato di far approvare anche provvedimenti come la riorganizzazione delle Camere di Commercio o l'accorpamento del ministero del Turismo con quello dei Beni culturali, un deputato di Scelta Civica si è rivolto a due deputati M5S insultandoli e minacciandoli di ‘prenderli a cazzotti’. O magari vogliamo parlare del dito medio di Gasparri? Dovremmo un attimino rivedere il significato del termine ‘violenza’, non crede”? Di che cosa si sta occupando in Parlamento e su quali temi prenderete a breve delle iniziative politiche? “In Parlamento stiamo lavorando come forsennati perché, credetemi, in questi anni ne hanno combinate di tutti i colori. I risultati d'altronde sono sotto i vostri occhi. Solo qualche settimana fa noi membri M5S della Commissione Cultura, abbiamo presentato una mozione che prevedeva: il ripristino di quasi 8 miliardi di euro tagliati a scuola, Università, ricerca e cultura nel corso della scorsa legislatura, il reperimento di fondi necessari per mettere le scuole in sicurezza e risolvere il problema del precariato scolastico, la ridiscussione del metodo di finanziamento delle Università legando il Fondo di finanziamento ordinario a meccanismi che valutino l'effettivo impatto socio-economico che il laureato ha nella società, la realizzazione di un piano di investimenti pluriennale per i beni culturali, non limitandosi ad interventi straordinari, forme di agevolazione per gli operatori del settore dello spettacolo. Altri gruppi l'hanno definito ‘il primo vero documento programmatico’ proposto negli ultimi anni per il settore. Inutile dire che le strategie politiche hanno prevalso ancora una volta sul bene del Paese e questo Governo, nonostante le precedenti dichiarazioni in favore del comparto Cultura, l'ha bocciata. Stiamo lavorando anche per l'anamento del programma di acquisto e sviluppo dei cacciabombardieri F35 che prevede una spesa di circa 50 miliardi di euro quando a settembre probabilmente 400 scuole non riapriranno perché non ci sono i soldi per ristrutturarle. Sono infine primo firmatario di una proposta di legge per l'abolizione dei finanziamenti pubblici all'editoria. Siamo al 57esimo posto per la libertà di stampa nel mondo e bisogna liberare i giornalisti dall'obbligo di ‘gratitudine’ nei confronti della politica. La stampa deve poter informare liberamente senza vincoli di alcun tipo”.

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