Bari. Il presidente del Consiglio sottolinea la mancanza di risorse economiche e personale in dotazione alle forze dell’ordine
BARI – “La Puglia non è l’Afghanistan. Bari non è Kabul e non deve diventare una terra di nessuno dove la malavita agisce indisturbata da antistato criminale”. All’indomani del grave agguato a colpi di kalashnikov che si è verificato nel quartiere San Paolo, il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, esprime sdegno, preoccupazione, rabbia ed annuncia un pronunciamento forte in merito da parte dell’intera Assemblea. Nel terribile episodio di criminalità due persone sono state uccise ed una terza è rimasta ferita. Una delle vittime, morta sul colpo, è Vitantonio Fiore, pregiudicato di 22 anni, figlio del boss Giuseppe di 49 anni, che sta scontando in carcere una condanna definitiva a 25 anni per un duplice omicidio avvenuto a Barletta nel 1991. “Domani, con una comunicazione in avvio dei lavori – ha fatto sapere -, proporrò al Consiglio regionale di adottare un ordine del giorno unitario per esprimere solidarietà ai cittadini innocenti della laboriosa comunità del San Paolo e per chiedere al Governo nazionale iniziative urgenti per affrontare l’escalation di vendette criminali e di spietati episodi delinquenziali, che sta aggredendo la città di Bari”. Introna ha sottolineato la necessità di misure, risorse e personale “a sostegno della Magistratura, delle Forze dell’Ordine, di tutti i soggetti impegnati strenuamente nel contrasto alla malavita”. Questa situazione rischia di trasformarsi, ha detto, in “una lotta impari, per la carenza di organici, di strutture e di norme severe e adeguate, indispensabili per affermare il primato dello Stato e del rispetto della legalità”.