In Italia la differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne è del 5,3%. La media europea è del 16,2%
Divario retributivo di genere. Esiste ancora e si attesta attorno al 16% in Europa. E il principio della parità di retribuzione per uno stesso lavoro sancito dai trattati dell'Unione va a farsi benedire. Le ultime cifre, rese note pochi giorni fa dalla Commissione europea, dicono chiaramente che la differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne nell'UE, è ancora del 16,2%. Va un po’ meglio, fortunatamente in Italia, dove il divario è meno accentuato e la differenza salariale si ferma al 5,3%. I dati sono stati pubblicati in occasione della Giornata europea per la parità retributiva celebratasi, nella sua terza edizione, il 28 febbraio scorso, in tutta l'UE. Il 28 febbraio non è una data scelta a caso. Corrisponde al 59esimo giorno dell'anno, poiché proprio 59 sono i giorni che una donna dovrebbe lavorare in più di quanto non faccia per guadagnare quanto un uomo. Ancora non va. E per ridurre a zero questo divario si inseguono le buone prassi. “La giornata europea per la parità retributiva – dichiara Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea e commissaria per la Giustizia – serve a ricordarci le disparità di condizioni retributive che ancor oggi le donne subiscono sul mercato del lavoro. Anche se negli ultimi anni il divario si è ridotto, non c'è da rallegrarsi. Le disparità continuano ad essere considerevoli e il lieve livellamento cui assistiamo è in buona parte dovuto al fatto che gli uomini guadagnano di meno e non a un miglioramento delle condizioni salariali delle donne! Il principio della parità di retribuzione per uno stesso lavoro è sancito dai trattati dell'Unione fin dal 1957 e sarebbe ora di farlo valere ovunque. Perciò diamoci da fare per ottenere risultati concreti 365 giorni all'anno e non solo in occasione della Giornata per la parità retributiva”.