‘Per l’impegno sociale’. Premio Minerva a Maria Luisa Toto

Roma. Oggi la cerimonia di premiazione in Campidoglio. La presidente del centro antiviolenza “Renata Fonte”: “E’ il riscatto del centro e delle donne”

ROMA – Premiata per l’impegno sociale. Maria Luisa Toto presidente dell’Associazione Donne InsiemeCentro Antiviolenza “Renata Fonte” di Lecce, ha ottenuto il Premio Internazionale “Minerva”. La cerimonia di premiazione si terrà oggi in Campidoglio a Roma. Il Premio “Minerva” è un riconoscimento che viene assegnato a donne che operano nei campi del “sapere” e che, simbolicamente, rappresentano esemplari modelli femminili per le loro capacità professionali e per i valori positivi di cui sono portatrici. Primo premio al femminile in Italia, istituito nel 1983 dalla scomparsa Anna Maria Mammoliti, fondatrice del “Club delle Donne” di Roma, il Premio “Minerva” viene definito “La Holding dei Saperi”, la punta di iceberg della multinazionale delle intelligenze femminili. Tra le prestigiose donne premiate nella scorsa edizione del Premio Minerva spiccano due donne arabe: l’irachena Safia Al Souhail, deputata indipendente del Parlamento iracheno e la yemenita, Arwa Othman, scrittrice, intellettuale e attivista umanitaria. In oltre un quarto di secolo, ha fatto emergere una “Holding dei Saperi” femminili: dall’Uguaglianza di Genere all’Imprenditoria, dalla Scienza alle Arti, all’Impegno sociale ecc. Tra le premiate si ricordano Simone Veil, Nilde Iotti, Inge Feltrinelli, Piera Degli Esposti, Letizia Moratti, Margherita Hack, Paola Levi Montalcini, Nouzha Skalli, Elvira Sellerio, Lina Wertmüller, Monica Vitti, Livia Pomodoro e tante altre. “E’ il riscatto del Centro Antiviolenza Renata Fonte – ha commentato Toto – che in questi 14 anni ha sempre profuso il suo impegno con sacrificio e spirito di abnegazione, è il riscatto delle donne che lottano per il rispetto della loro dignità e per la libertà. Lo dedico alle persone che hanno creduto in me e mi sono state vicine in questi anni, ma anche a coloro che a tutt’oggi ancora restano inchiodati nella loro indifferenza. Sono molto orgogliosa di essere stata scelta tra le vincitrici del premio che condivido con tutte le donne della mia terra e in particolare con tutte le operatrici che mi affiancano ogni giorno con passione, con coraggio e professionalità”. Articolo correlato: Donne al ‘Centro'. Senza fondi dal Comune // Chi era Anna Maria Mammoliti Gli aggettivi che hanno sempre accompagnato il profilo privato e pubblico di Annamaria Mammoliti possono esser così riassunti: forte, coraggiosa, generosa. Il tratto visivo che più colpiva era il suo sorriso e la sua risata straordinaria, aperta, contagiosa. Dagli inizi degli anni 70 inizia il suo impegno sui diritti delle donne e sulla parità donna-uomo. Nel 1967 è coordinatrice del sindacato telescriventisti giornalieri di Roma. Cinque anni dopo, responsabile femminile della Federazione PSI di Roma la vede in prima fila nei movimenti a sostegno della legge sul divorzio e sull’aborto. Dal 1974 al 1977 è copresidente nazionale dell’Unione Donne Italiane. Nel 1977, diventa responsabile della Commissione diritti civili del PSI di Roma, e coordinatrice del gruppo di lavoro sul documento “Art. 3 della Costituzione: la condizione della donna”. Nell’aprile 1981, redige lo Speciale Donne “ Senza le donne non si cambia”, in occasione del 42° Congresso del PSI. Oltre che storica dirigente femminile, con una vita dedicata ad affermare i diritti delle donne nella società, ha svolto una intensa attività come giornalista ed editrice. Fonda e ininterrottamente dirige la Casa editrice Minerva e il mensile omonimo, che esce regolarmente da 26 anni. Dalla fine del 2004 è editrice di una nuova testata, Minerva Time, che si alterna al magazine mensile. Fino al 1999 è membro del Consiglio Federale FIEG in rappresentanza dei piccoli editori. Nel 2005 è inserita nel Consiglio Direttivo dell'Eurispes. Sempre nel 2005 entra a far parte della direzione di Mediacoop, l'organizzazione delle cooperative editoriali della Lega delle Cooperative, da cui poi si dimette, rientrando in FIEG. Nel 1982 riceve il Premio Fregene come coautrice del libro-inchiesta “Peccato Capitale – la droga a Roma”. Dedalo Edizioni, presentato nello stesso anno da Leonardo Sciascia a Roma. Fonda il Club delle Donne, di cui è rimasta Presidente nazionale, un’associazione che mira alla valorizzazione della qualità del lavoro femminile in tutti i campi del sapere. Nel 1983 idea e istituisce il Premio Minerva, un riconoscimento – una spilla in oro e pietre preziose appositamente disegnata dal maestro Renato Guttuso – attribuito ogni anno a donne che si siano distinte per grandi meriti personali e capacità professionali nei vari campi del sapere. Tra i riconoscimenti, nel 1985, il Club delle Donne riceve il Premio della Cultura dalla Presidenza del Consiglio. Nel 1986 Annamaria Mammoliti è nominata dal Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, Cavaliere Ufficiale della Repubblica per l’impegno politico e sociale verso il mondo femminile. Sempre nel 1986 riceve il Premio Donna Città di Roma. Nel 1996 come editrice riceve il Premio della cultura della Presidenza del Consiglio. Negli ultimi mesi di vita, già sofferente per il peggioramento del suo stato di salute, riceve due premi: il Premio Italia per i diritti umani assegnato dalla Free Lance International Press e il Premio giornalistico UNAR per il costante impegno dedicato alla promozione della parità donna – uomo. Annamaria Mammoliti muore il 27 marzo all’età di 64 anni.

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