San Martino a Taviano, non solo baldoria

Taviano. Per i festeggiamenti in onore del santo patrono, i tavianesi riscoprono un senso antico di vicinanza e solidarietà

TAVIANO – La leggenda la conoscono tutti: il cavaliere vescovo di Tours donò il suo mantello al povero, dando grande esempio di solidarietà. Ed è una leggenda che ha attecchito con facilità tra le popolazioni perché è semplice e colpisce al cuore. Padre Dominique-Marie Dauzet affermava che “la tradizione medioevale chiamò Martino il ‘tredicesmo apostolo’, ed egli fu al centro della pietà popolare nella Francia medievale perché il suo messaggio era semplice e colpiva nell’animo. Martino, come Giovanna Jugan, Madre Teresa, Vincenzo de’ Paoli e Massimiliano Kolbe, in vita sua non fece lunghi discorsi sull’amore di Dio. Diede soltanto ciò che aveva, ciò che egli era. Lo diede senza guardare indietro, per sempre”. L’ammirazione e poi la devozione nei confronti del santo si sono quindi velocemente diffuse. Anche a Taviano, che ha eletto San Martino a suo patrono. Nel Comune salentino la ricorrenza di San Martino, che in genere si festeggia per tre giorni consecutivi, dal 10 al 12 novembre, ha ancora oggi un valore importante ed i festeggiamenti in suo nome sono attesissimi. Per cui, se è l’intero Salento a festeggiare oggi questo giorno, a Taviano le ricorrenza ha una valenza in più, perché mescola, in un tutt’uno, devozione religiosa e voglia di far baldoria in compagnia. “La Festa di San Martino rappresenta una tradizione molto radicata ed un appuntamento tanto atteso per tutta la nostra comunità, così come per i tavianesi che vivono e lavorano in altre Regioni d’Italia o all’estero – ci ha spiegato il sindaco di Taviano Carlo Portaccio -. Tutto questo è reso possibile grazie all’impegno del nostro parroco Don Antonio Verardi, al contributo del neo-presidente del Comitato Festa di San Martino Dario Meneleo e, in passato, del già presidente Giuseppe Lezzi. A tutti loro va un sentito ringraziamento per ciò che hanno fatto per questa festa e per l’intera città. Don Antonio per onorare il nostro amato protettore, anche quest’anno, ha saputo organizzare celebrazioni religiose di significativa rilevanza liturgica, senza trascurare le occasioni, pure importanti, di sano spettacolo di intrattenimento e di festa, perché esse contribuiscono a consolidare i valori e i sentimenti della vicinanza, dell’appartenenza, della solidarietà rafforzando vecchi legami di amicizia e creandone o favorendone dei nuovi”.

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