Impresa. Bene le donne, male i servizi

Lecce. Le donne con cariche nelle imprese artigiane nel Salento sono 3.515; 2.404 sono titolari di ditte individuali. La nota dolente? Il welfare

LECCE – Cresce l’imprenditoria femminile in provincia di Lecce ed aumentano le donne titolari di ditte individuali. A rilevarlo è l’Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Lecce, in base al rapporto “In viaggio fuori dalla crisi” dell’Ufficio studi su dati Istat ed Unioncamere. In particolare, nel Salento, le occupate sono 87mila, pari al 31,5 per cento del totale. Le donne in cerca di lavoro sono 22mila, pari al 20,2 per cento. La forza lavoro femminile è, dunque, di 109mila unità. Le inattive, tuttavia, sono ben 261mila. Le donne con cariche nelle imprese artigiane sono 3.515. Le titolari di ditte individuali sono 2.404, di cui 702 operano nel settore manifatturiero, 80 nelle costruzioni, 172 nei servizi alle imprese, 1.442 nei servizi alle persone. Eppure non è tutto così “rosa” come sembra: persistono infatti ancora grosse difficoltà nell’ascesa professionale delle donne. Gli strumenti di welfare, infatti, non favoriscono ancora la conciliazione tra la vita familiare e l’attività lavorativa delle donne. Così, secondo la classifica stilata da Confartigianato, la provincia di Lecce si colloca agli ultimi posti per servizi di aiuto alla conciliazione. La classifica fornisce una misura sintetica della capacità di ciascuna provincia italiana di mettere a disposizione delle donne le migliori condizioni per fare impresa ed operare attivamente sul mercato del lavoro. Il Salento, nel complesso, rispetto ad altre realtà italiane, è dunque un territorio in cui è più complesso e più difficile, per le donne, esercitare l’attività imprenditoriale e, in generale, rapportarsi al mercato del lavoro. La provincia di Lecce, come detto, ha un tasso di occupazione femminile al 31,5. Il tasso medio in Puglia è del 30 per cento. Ci sono 419mila occupate e 85mila donne in cerca di lavoro. Le inattive, però, superano il milione (più del doppio delle occupate). Un dato, di per sé, sconfortante perché significa che molte donne non cercano nemmeno più un posto di lavoro. “Analizzando per bene questi dati non dobbiamo sorprenderci – dice Regina Lucia Gorgoni, presidente del Movimento “Donne Impresa” di Confartigianato Imprese Lecce -. Abbiamo trascorso un’estate e un inizio di autunno molto caldi sul fronte dell’occupazione e del mercato del lavoro, in generale. Oggi, sono ancor più evidenti i segnali della recessione”. In provincia di Lecce, sottolinea la Gorgoni, “ci sono ancora grosse resistenze nell’ascesa professionale di una donna, perché non ci sono efficaci strumenti di welfare che possano favorire la conciliazione tra famiglia e lavoro. Tuttavia da questi dati si evince che c’è sempre più voglia di fare impresa ‘in rosa’, considerato che ci sono ben 2.404 ditte individuali intestate al gentil sesso. Dobbiamo partire da questi dati – conclude – per avviare una nuova imprenditoria femminile e metterci nelle condizioni più favorevoli per coniugare il lavoro e la famiglia”.

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