Bari. Vendola e Fratoianni hanno spiegato le ragioni alla base della delibera di Giunta: “Dalla crisi si esce con i cantieri”
BARI – “Violare il Patto di stabilità è un atto di amore nei confronti delle nostre imprese, del nostro mondo del lavoro ed è un atto consapevole di ribellione politica contro le ricette monetariste e liberiste che stanno spingendo l’Europa verso una bufera recessiva e che stanno deprimendo in maniera sempre più drammatica l’economia italiana, profilando uno scenario da brivido per il 2013”. Così il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha spiegato le ragioni che hanno portato la Giunta regionale ad approvare la delibera con cui si procede allo “sforamento controllato” del patto di stabilità. La delibera in sostanza autorizza la Regione a cofinanziare programmi europei ed immettere risorse, entro la fine dell’anno, per circa 500 milioni di euro. Vendola ha spiegato che la decisione della Giunta servirà a dare alle imprese pugliesi maggiore “respiro” e maggiore possibilità di finanziaria ed intanto cercherà di evitare il fallimento di molte realtà ed il conseguente licenziamento dei lavoratori. Insomma per il governatore pugliese dalla crisi si esce aprendo i cantieri. “Noi stiamo percorrendo una strada – ha spiegato – che fa riferimento all’idea che dalla crisi si esce aprendo i cantieri, salvaguardando le ragioni dell’impresa e le ragioni del lavoro insieme e forse colpendo le ragioni della finanza”. “La scelta dinanzi alla quale ogni anno ci troviamo – ha aggiunto l’assessore all’Attuazione del programma, Nicola Fratoianni – è il segno di un fallimento di una politica economica dei governi italiani e europei. Una politica economica recessiva che ogni anno ci mette di fronte alla scelta tra rispettare il patto e poter liberare risorse per il sistema economico, o affrontare le minisanzioni. La scelta che abbiamo fatto non è frutto di malagestio, ma una scelta consapevole per poter spendere tutti i fondi europei e rispettare i target”. “Noi abbiamo ricevuto riconoscimenti da parte dell’Ue, del ministro Barca e dalle autorità di sorveglianza riguardo la nostra capacità di rispettare la spesa dei programmi comunitari, raggiungendo i target prefissati – ha continuato Fratoianni -. Per non perdere fondi, entro fine anno dovremo cofinanziare 180 milioni di euro. Se avessimo dovuto impiegare il residuo di cassa senza sforare, esso non solo non sarebbe bastato, ma ci avrebbe impedito di spendere negli altri settori come i trasporti, il welfare, il diritto allo studio, la casa. Invece sforando il patto possiamo spendere tutto quello che proviene dall’Ue, immettendo circa 500 milioni di euro nel sistema entro fine anno”.
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