L'INTERVISTA. Si è dimesso in diretta durante il Tg. Il video ha fatto il giro del web. Il Direttore del Tg di Canale 8 denuncia: giornalisti pagati 300 euro
Sono trascorsi pochi giorni dall’eclatante gesto dell’ex direttore responsabile Tg dell’emittente salentina Canale 8 Gaetano Gorgoni che ha scelto di dare le proprie dimissioni in diretta, per denunciare la situazione di precarizzazione non solo dell’emittenza locale, ma anche della Stampa e dell’Informazione, in difesa di una dignità importante, in difesa della professione intellettuale del giornalista, oggi professione largamente depauperata in quanto ad equo compenso e dignità professionale. Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo posto qualche domanda: Perché ha atteso otto mesi prima di denunciare la situazione, perché non subito? Questa domanda mi dà la possibilità di fare una ricostruzione che parte dai fatti, io sono stato assunto da una società (una concessionaria di pubblicità in realtà) che si chiamava Megacom e solo successivamente sono passato a TvItalia, quindi già in partenza c’erano due società in campo per Canale otto. La situazione è stata poco chiara fin da subito, passando da un contratto a progetto ad un contratto a tempo indeterminato solo nel 2008, quindi dopo un anno e mezzo che ero alla conduzione di un tg, ho conosciuto l’amministratore di questa società TvItalia solo in occasione della firma, ma io continuavo a cercare un dialogo con il mio editore, con il quale poi ci interfacciavamo tutti noi in redazione, cercando di convincerlo a fare i contratti a tutti, così com’era successo per me che avevo sottoscritto un contratto giusto, anti corallo, come direttore con apposizione di firma in tribunale. Quindi secondo gli accordi, attendevamo che arrivassero i contratti per tutti i ragazzi, ma il tempo passava e i redattori continuavano a lavorare con contratti a progetto, la situazione da un punto di vista meramente economico, non contrattuale, quindi, all’inizio era buona, venivamo pagati puntualmente in attesa del passaggio al contratto giusto, di quelli previsti per i giornalisti. Le cose quando sono cambiate? Quando è sopraggiunta la crisi e con essa una scusa in più, sono arrivati i controlli INPGI dopo i quali l’editore ha fatto fuori i giornalisti, lasciandone solo due e ha iniziato a non pagare, è stato un periodo particolarmente difficile nel quale noi abbiamo cercato di convincerlo a vendere, dal momento che c’erano degli imprenditori interessati e delle trattative che secondo noi avrebbero potuto salvare l’emittente. Addirittura fino ad un mese fa c’è stato un altro imprenditore interessato all’acquisto, ma anche lì c’è stata una chiusura, la proprietà voleva andare avanti ‘tagliando’ fino all’impossibile, non c’era un giornalista in redazione, oramai si andava avanti con miseri acconti, gli stipendi arretrati erano di otto mensilità.. E così ha deciso di dimettersi in diretta e porre all’opinione pubblica il problema della precarizzazione dei giornalisti, di chi nella vita ha conferito un valore impareggiabile all’Informazione, quella vera e libera? Si, è stato allora che mi son detto: il mio lavoro è dire la verità, adesso vado in video e racconto la verità, perché noi raccontiamo tante volte di lavoratori sottopagati, che scioperano, che giustamente protestano, perché non dovremmo farlo noi? E dire quale veramente sia la situazione di precariato che c’è nelle reti locali, come venga sfruttato a volte l’entusiasmo della gente che sovente poi si ritrova ad aver dato tanti anni di vita, di professionalità ed esperienza in cambio di a, perché magari è andata avanti con contratti a progetto che non consentono, per fare un esempio, di percepire la disoccupazione.. A modo mio, il mio arrampicarmi sui Silos, come fanno gli operai Alcoa, è stato andare in diretta e dimettermi.. Pagherà il suo gesto con l’editoria locale o, paradossalmente, le porterà qualcosa di positivo? Pagherò, rischio di infastidire gli editori che magari si potranno sentire tirati in mezzo, ma io non ho intenzione di tirare in mezzo nessuno, ho solo raccontato la mia realtà e vorrei che tutti i ragazzi che si lamentano in giro avessero il coraggio di denunciare. Si, certo, io probabilmente pagherò questo mio gesto, delle offerte che avevo ricevuto si sono improvvisamente dematerializzate, o delle offerte che ci sarebbero potute essere non ci saranno, perché rischio di dare fastidio.. ma si capisce anche dall’informazione locale, alcune testate hanno evitato di dare la notizia, mentre in rete e sui maggiori quotidiani nazionali la notizia delle mie dimissioni in diretta ha fatto il giro d’Italia e alcuni (fortunatamente solo alcuni) dei nostri Quotidiani invece l’hanno totalmente ignorata. Possiamo dire quali? E’ evidente guardando i quotidiani di quei giorni, la Gazzetta ha pubblicato soltanto un piccolissimo trafiletto, e sul Corriere del Mezzogiorno non si trova la notizia e questo mi sorprende, perché dopo una cosa così eclatante che su youtube ha fatto il giro d’Italia e su Repubblica tv ha avuto 10.000 contatti in poco tempo.. lascia da pensare, ma io continuerò a combattere perché il giornalismo resti una professione e non una segreteria per padroni senza pietà, io sto portando avanti questa lotta per Canale 8, emittente nella quale oramai non riuscivo più a gestire a, ero continuamente scavalcato, ero attorniato da bravissimi e stimatissimi ragazzi che lavoravano in redazione per 300 Euro al mese con ritenuta d’acconto, 300 Euro per lavorare come redattori o per fare la rassegna stampa e tutto questo non va e non può andar bene. L’Odg non ha fatto passare sotto silenzio il caso Gorgoni che definisce come punta dell’iceberg che può travolgere l’informazione italiana, l’Ordine si è fatto vivo? Si, è un problema molto serio del quale l’Ordine nazionale si occupa da tempo, l’Ordine regionale si accoda, ma è soprattutto il Presidente Iacopino ad essere molto presente perché si è reso conto che la situazione sta divenendo veramente insostenibile, noi siamo una Fontamara, una repubblica di stagisti che lavorano gratis. Il Presidente Iacopino verrà qui, scenderà in Salento, ancora a parlare del mio caso, delle mie dimissioni, a mobilitare l’opinione pubblica, e non vorrei far passare però il messaggio che qui tutte le redazioni funzionano così, perché ci sono qui come altrove, le redazioni che lavorano bene ed onestamente che fanno i contratti anti corallo; ci sono tanti editori onesti, che fanno le cose per bene, secondo le regole. Ed è un problema esistente in ogni regione italiana, ho ricevuto delle testimonianze dalla Liguria, dalla Calabria, dalla Sicilia, certo l’estremo è Canale 8, tra l’altro, il problema oggi per tutti i direttori è la Carta di Firenze, nata in seguito ad un suicidio di un collega precario, la Carta di Firenze vuole tutelare la dignità di questa professione intellettuale (anche se oggi purtroppo spesso pare venga scambiata per un hobby), secondo tale Carta a partire da Gennaio 2012, se il Direttore si trova in una situazione simile a quella in cui mi trovavo io e non si ribella, può incorrere in sanzioni fino alla radiazione dall’albo, quindi tutti i direttori stiano in guardia e l’ordine dei giornalisti applichi queste regole perché bisogna ripristinare la legalità, noi facciamo un lavoro di mediazione tra la notizia e il pubblico, è un lavoro molto importante, è un baluardo di democrazia. Ha ricevuto testimonianze di solidarietà da parte di colleghi da tutto il territorio nazionale, l’Ordine dei Giornalisti ha dichiarato che si occuperà del suo caso, le autorità politiche si sono mosse? Vorrei che si muovesse il Legislatore…nel frattempo si, ho ricevuto messaggi di solidarietà da parte delle autorità provinciali, dal sindaco di Lecce, molti consiglieri regionali e poi c’è un’interrogazione parlamentare dell’Onorevole Bellanova, quindi questo caso viene portato in Parlamento, verrà chiesto al Ministro Fornero cosa intende fare per combattere lo sfruttamento di questa professione, si risolverà il problema dell’equo compenso? Si possono stabilire dei limiti, sotto i quali non può andare un compenso di un giornalista? E per chi dovesse violare queste regole, potete prevedere l’esclusione dai contributi pubblici? E mentre si attende una risposta dal Ministro Fornero, i giornalisti continuino a fare il proprio lavoro, a dire la verità, a raccontare i fatti, ad usare le parole con coscienza ed onestà.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding