Precari dell’informazione. Bellanova interroga Fornero

Roma. La deputata del Pd chiede alla ministra quali interventi abbia in mente per garantire dignità ai lavoratori dell’informazione e la piena libertà di stampa

ROMA – Che cosa intende fare la ministra del Lavoro per garantire ai lavoratori dell’informazione maggiori tutele di quelle che vengono loro assicurate oggi? E’ la domanda contenuta nell’interrogazione a risposta in Commissione presentata dalla deputata del Pd Teresa Bellanova e rivolta alla ministra Elsa Fornero. Una interrogazione nella quale si sottolinea la necessità di tutela nei confronti dei lavoratori (giornalisti, tecnici, cameraman) e nei confronti della libertà di stampa e di informazione che, in queste condizioni di precarietà e dunque di facile ricattabilità, è seriamente messa a rischio. Bellanova, nella nota alla ministra, fa riferimento alle dimissioni del direttore di Canale 8 Gaetano Gorgoni, al licenziamento, sempre a Canale 8, del cameraman Vincenzo Siciliano ed alla costituzione del gruppo spontaneo “Informazione precaria”. Ecco il testo dell’interrogazione: INTERROGAZIONE a risposta in commissione BELLANOVA – Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Per sapere, premesso che: – l’art. 36 della nostra Costituzione sancisce che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”; – pochi giorni fa il direttore di Canale 8, emittente televisiva salentina, durante il Tg serale ha rassegnato le proprie dimissioni asserendo che il gesto fosse “doveroso per difendere la dignità della nostra professione, considerata alla stregua di un hobby”. Lo stesso sembrerebbe aver rassegnato le dimissioni a causa della situazione nella quale l'emittente ha tenuto e tiene giornalisti, operatori e personale negli ultimi mesi, con una decina di contratti non rinnovati e alcuni licenziamenti; – qualche tempo addietro, un cameraman è stato licenziato dall’azienda per aver denunciato sul social network facebook la mancata retribuzione dello stipendio da mesi, nonostante gli operatori avessero continuato ad assicurare il servizio. Dopo questo evento, lesivo della dignità professionale e dei più elementari diritti di opinione, molti giornalisti, operatori di ripresa, redattori di testate on-line e addetti stampa hanno costituito spontaneamente il gruppo “Informazione Precaria” per determinare tempi e modalità di una protesta che, partendo dal singolo caso, “scoperchiasse l’ipocrisia che governa buona parte dell’informazione locale che ogni giorno racconta la precarietà altrui vergognandosi della propria o cedendo al timore del più becero ricatto occupazionale”; – ieri l'Ordine dei giornalisti della Puglia in una nota “osserva e valuta con grande preoccupazione la situazione diffusa su tutto il territorio regionale che coinvolge centinaia di giornalisti e giornaliste, cameraman, fotografi e operatori dell'informazione che restano senza lavoro o contratto […] da alcune grandi testate nazionali a numerosi emittenti televisive locali, dai piccoli quotidiani alle free press, negli ultimi mesi sono molti i colleghi che sono stati licenziati anche da un giorno all'altro”; – il problema della precarietà e della svalutazione del lavoro professionalizzato in questo settore sembrerebbe essere molto più diffuso di quello che potrebbe apparire. Dalle denunce che emergono anche a mezzo stampa, molto spesso giornalisti ed operatori del settore sono, purtroppo, soggetti ad una condizione di estrema ricattabilità che spesso si concretizza in condizioni lavorative ed economiche estremamente penalizzanti; – va ricordato che il provvedimento legislativo sull’equo compenso del lavoro giornalistico è attualmente bloccato in Senato ed a parere dell’interrogante rappresenterebbe una buona modalità per contrastare il precariato giornalistico che ha delle specificità e deve essere trattato attraverso un provvedimento specifico; quali iniziative il Ministro intende assumere in merito per garantire a questi lavoratori maggiori tutele lavorative ed evitare al contempo gravi penalizzazioni che, purtroppo, queste persone molto spesso sono costrette a subire, ciò affinchè la libertà d’informazione e di autonomia del giornalismo spesso invocata e troppo poco praticata trovi finalmente spazio. Bellanova,

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