L’unica ancora di salvezza per gli automobilisti, soprattutto al Sud, sono le norme anti-frode, approvate in seno alla riforma
La riforma delle assicurazioni rc auto, inserita nel quadro delle liberalizzazioni volute dal Governo Monti, è stata approvata alla fine di marzo, ed è ora legge. Nei mesi antecedenti il varo della nuova legge si è parlato molto dei provvedimenti che avrebbero dovuto modificare alcuni aspetti del rapporto tra compagnie e contraenti, con l'obiettivo dichiarato (almeno) di alimentare la concorrenza e di garantire migliori tariffe-premi a tutti coloro che al volante di un auto non commetto infrazioni e rispettano il Codice della Strada. Sono state delineate in questo contesto due nuove proposte che dovrebbero portare, si spera, ad una diminuzione dei costi delle polizze rc auto, negli ultimi anni dura realtà con la quale confrontarsi semestralmente o annualmente per tutti i consumatori italiani. Come prima novità sostanziale, nelle polizze bonus malus l'automobilista, che non ha causato sinistri nell’ultimo anno né al 50% e né al 100% della colpa, si avvantaggerà di un decisivo miglioramento della propria classe di merito, che implicherà anche un minore costo da sostenere per il rinnovo dell'assicurazione rc auto (diminuzione che quasi sempre è superata dal contemporaneo aumento delle tariffe). Il decreto liberalizzazioni prevede conseguentemente una determinazione sostanziale in ante dell'importo di tale diminuzione, che verrà deciso in base alla classe di merito del contraente ed esplicitamente indicato nel contratto. L'automobilista sarà quindi a conoscenza in anticipo di quanto risulterà diminuito il proprio premio da pagare per il rinnovo dell'assicurazione rc auto se non avrà causato sinistri nel corso dell'anno. Adeguandosi inoltre alla policy adottata nel resto d’Europa e anche Oltreoceano, la riforma assicurativa del Governo Monti, ha previsto anche l’eliminazione di quella antipatica “discriminazione geografica” che penalizzava gli automobilisti di alcune regioni d’Italia (Meridione), in merito proprio alle differenziazioni standar di costo della rc. Infatti, in alcune provincie italiane (in modo particolare quelle appartenenti alla regione Campania e alla Puglia), i costi dell'assicurazione rc auto sono stati da sempre molto più elevati della media nazionale. Questa “disgrazia sociale” come è stata definita dal Codacons, ha da sempre mobilitato nutrite schiere di cittadini automobilisti delle regioni del Sud, tuttavia senza alcun risultato tangibile e comunque, ogni intervento volto a uscire dallo stallo di un tavolo delle trattative alquanto “statico”, non ha mai portato a significativi risultati. L’origine della disparità pare sia da ritrovare nella elevata incidenza delle truffe alle compagnie assicurative, molto più frequenti, a quanto pare, nelle aree del Mezzogiorno. La novità della riforma del Governo Monti risulta essere pertanto quella di uniformare le tariffe rc auto per tutta la penisola, senza discriminazioni territoriali. L’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA), ha dichiarato, a questo proposito, come i parametri sulla frequenza dei sinistri siano molto diversi da provincia a provincia, e che se in una zona si verificano più sinistri è naturale (secondo loro) che a pagare i conseguenti rialzi dei premi rc auto siano tutti i contraenti, non solo gli automobilisti che hanno causato quei sinistri. Questa risposta ha generato non pochi dubbi e perplessità circa il dettato recente del nuovo decreto. La clausola sulla “parità di condizioni oggettive e soggettive”, in pratica, si riferirebbe proprio alla diversa sinistrosità delle province italiane considerate. In questo modo quindi non si agevolano gli automobilisti virtuosi o comunque disciplinati ma si pongono sullo stesso piano “pirati della strada e truffaldini” con irreprensibili cittadini diligenti alla guida e rispettosi del Codice della Strada. Come se non bastasse, a dare il “colpo di grazia” alle speranze dei tanti automobilisti che vivono al Sud, a fine aprile 2012 è intervenuta anche l'interpretazione dell'Isvap, che ha in sostanza dichiarato la norma sulla “tariffa unica” per l’rc auto inapplicabile perchè in contrasto con il principio di libertà tariffaria imposto dalle direttive della comunità europea. Non resta altro, a questo punto, che affidarsi alla potente leva costituita dalle norme anti-frode, approvate in seno alla riforma, con la speranza che siano efficaci e che le tariffe rc auto vengano abbassate in conseguenza del minore numero di sinistri “fasulli” dichiarati, soprattutto in certe regioni del Sud Italia.
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