Sandonaci. ‘Sigillati’ dal Noe di Lecce nove impianti, formalmente intestati a sette diverse società, ma nei fatti riconducibili ad un’unica compagine societaria
SANDONACI – Formalmente appartenevano a sette distinte società ma in realtà erano riconducibili ad un’unica compagine societaria. Due parchi fotovoltaici, estesi su una superficie complessiva di circa 30 ettari, costituiti rispettivamente da sette e da due impianti fotovoltaici, ciascuno di potenza inferiore ad un megawatt, sono stati sequestrati dai carabinieri del Noe di Lecce in esecuzione di un decreto emesso dal gip del tribunale di Brindisi.

I sigilli agli impianti La società proprietaria di fatto dei due parchi fotovoltaici avrebbe artificiosamente frazionato gli impianti per eludere le normative di settore nazionali e regionali. Le indagini hanno consentito di appurare che per tutti gli impianti vi è un unico tecnico progettista, un unico direttore dei lavori ed un'unica ditta esecutrice; inoltre è emerso che le Dia, tutte presentate nel 2008, sono praticamente identiche. Gli inquirenti sono pertanto giunti alla conclusione che gli impianti, nonostante fossero formalmente intestati a diverse s.r.l., sono riconducibili ad un unico centro di interessi; secondo la Procura di Brindisi la ragione del frazionamento non può che essere il tentativo di eludere le normative vigenti, che prevedono il rilascio della autorizzazione unica regionale necessaria per realizzare impianti di grandi dimensioni, avvalendosi invece di singole procedure semplificate (Dia) previste per impianti di potenza inferiore ad 1 megawatt. Sono 12 le persone indagate tra tecnici, progettisti e legali rappresentanti delle società coinvolte, tutte ritenute responsabili, in concorso tra loro, di aver realizzato due parchi fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, con denuncia di inizio attività ma senza la necessaria autorizzazione unica regionale. Il valore complessivo degli impianti sottoposti a sequestro è pari a circa 45 milioni di euro.
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