Adelchi. Cinque a processo

Lecce. Il processo per presunta truffa all’Inps si aprirà il prossimo 17 ottobre davanti ai giudici del tribunale di Casarano

LECCE – Si aprirà il 17 ottobre, presso il Tribunale di Casarano, il processo nei confronti del Gruppo Adelchi di Tricase, cui viene contestata una presunta truffa all’Inps che già o scorso marzo costò alla famiglia di imprenditori il sequestro di beni per 24 milioni di euro. Il gup Antonia Martalò, a conclusione dell’udienza preliminare, ha infatti disposto il rinvio a giudizio per Adelchi Sergio, il patron dell'omonima azienda, per i figli, Sergio Adelchi Sergio, 28 anni e Cinzia Sergio, 39 anni, e per Ippazio Salvatore Prete, 47 anni di Matino ed Eugenio Scarnera, 33 anni, di Tricase. 27 settembre 2011 Adelchi. 'Tutti a processo' di Andrea Morrone LECCE – Nuovo capitolo della vicenda giudiziaria relativa al Gruppo Adelchi, storica azienda del settore calzaturiero di Tricase. La Procura di Lecce, infatti, ha chiesto il rinvio a giudizio dei cinque indagati: il patron dell’azienda, Adelchi Sergio; i figli Sergio Adelchi Sergio e Cinzia Sergio, rispettivamente amministratori unici della Servizi tecnici aziendali e della Knk; Salvatore Ippazio Prete, direttore del personale della Nuova Adelchi ed amministratore unico della Magna Grecia; ed Eugenio Scarnera, ex ragioniere della Nuova Adelchi e amministratore unico della Gsc Plast. Per tutti l’accusa è di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”. Al centro del lungo e complesso lavoro d’indagine svolto dalle fiamme gialle salentine, partito a gennaio del 2010, un autentico gioco di scatole cinesi con cui le aziende, tutte di fatto riconducibili al Gruppo Adelchi, avrebbero prima licenziato e poi assunto centinaia di dipendenti. Un sistema che avrebbe così permesso, in maniera illecita, di ottenere sgravi contributivi e fiscali per poco meno di dieci milioni di euro, abbattendo in maniera sensibilmente il costo del lavoro. La normativa prevede, infatti, notevoli agevolazioni a livello fiscale per le aziende che assumono dipendenti licenziati e in stato di mobilità. La stessa normativa, però, considera truffaldino il licenziamento e la riassunzione di personale da parte di aziende che abbiano assetti societari pressoché identici. Proprio su questo punto si è concentrato il lavoro dei militari della guardia di finanza, che ha accertato come nove aziende apparentemente separate fossero in realtà tutte riconducibili al Gruppo Adelchi perché intestate a familiari o dipendenti. Tutte queste aziende (tranne la Sergio’s che ha sede a Specchia) farebbero riferimento all’azienda madre. Il 16 marzo scorso le fiamme gialle sequestrarono beni per un valore di circa ventiquattro milioni di euro riconducibili agli amministratori delle aziende che fanno capo al Gruppo. Il sequestro “per equivalente” riguardò ventotto beni immobili (diciassette fabbricati, anche due ville a Lucugnano e a marina di Andrano, e undici terreni, tra cui quelli su cui sorgono i capannoni industriali) e quote societarie di nove aziende. Due settimane dopo, però, il tribunale del Riesame anò il sequestro, derubricando il capo d’imputazione a carico dei cinque imputati in “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato” e non “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”. 16 giugno 2011 Truffa Adelchi. Cinque indagati LECCE – Sono cinque gli avvisi di conclusione indagini notificati dalle fiamme gialle nell’ambito dell’inchiesta sul gruppo Adelchi, storica azienda del calzaturiero di Tricase, per una presunta truffa aggravata all'Inps. Il provvedimento è stato emesso nei confronti del patron dell'azienda, Adelchi Sergio; i figli Sergio Adelchi Sergio e Cinzia Sergio, rispettivamente amministratori unici della Servizi tecnici aziendali e della Knk; Salvatore Ippazio Prete, direttore del personale della Nuova Adelchi ed amministratore unico della Magna Grecia; ed Eugenio Scarnera, ex ragioniere della Nuova Adelchi e amministratore unico della Gsc Plast. Nell’ambito delle indagini furono sequestrati lo scorso 16 marzo, dagli uomini del Comando provinciale della guardia di finanza di Lecce, al comando del colonnello Patrizio Vezzoli, beni per un valore di circa ventiquattro milioni di euro riconducibili agli amministratori delle aziende che fanno capo al Gruppo. Alcune settimane dopo, il 7 aprile, Il Tribunale del Riesame di Lecce dispose il dissequestro dei beni, poiché l’ipotesi di reato andava riqualificata da “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” a “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”. Il lungo e complesso lavoro di indagine svolto dalle fiamme gialle salentine, partito a gennaio del 2010, ha permesso di ricostruire un autentico gioco di scatole cinesi con cui le aziende, tutte di fatto riconducibili al Gruppo Adelchi, avrebbero prima licenziato e poi assunto centinaia di dipendenti. Un sistema che avrebbe così permesso, in maniera illecita, di ottenere sgravi contributivi e fiscali per poco meno di dieci milioni di euro, abbattendo in maniera sensibile il costo del lavoro. La normativa prevede, infatti, notevoli agevolazioni a livello fiscale per le aziende che assumono dipendenti licenziati e in stato di mobilità. La stessa normativa, però, considera truffaldino il licenziamento e la riassunzione di personale da parte di aziende che abbiano assetti societari pressoché identici. Proprio su questo punto si è concentrato il lavoro dei militari della guardia di finanza, che ha accertato come nove aziende apparentemente separate fossero in realtà tutte riconducibili al Gruppo Adelchi perché intestate a familiari o dipendenti. Tutte queste aziende (tranne la Sergio's che ha sede a Specchia) farebbero riferimento in realtà in opifici della Nuova Adelchi, l'azienda madre che si trova sulla via provinciale Montesano-Tricase. Fondamentali, nel corso di mesi, si sono rivelate anche le testimonianze degli ex dipendenti del Gruppo, che hanno spiegato come in otto anni si siano persi più di duemila posti di lavoro, attraverso un circuito vizioso di scatole cinesi e di passaggi dei lavoratori da un'azienda all'altra. Le ipotesi di reato a carico dei cinque indagati sono, con ogni probabilità, di truffa aggravata ai danni dell'Inps e falso ideologico. 07/04/2011 Adelchi. Dissequestrato il patrimonio Il Tribunale del Riesame di Lecce ha disposto il dissequestro dei beni del Gruppo Adelchi, storica azienda del settore calzaturiero di Tricase finita nelle scorse settimane al centro di un’inchiesta giudiziaria. Secondo i giudici, infatti, l’ipotesi di reato a carico dei cinque imputati (il patron dell’azienda, Adelchi Sergio; i figli Sergio Adelchi Sergio e Cinzia Sergio, rispettivamente amministratori unici della Servizi tecnici aziendali e della Knk; Salvatore Ippazio Prete, direttore del personale della Nuova Adelchi ed amministratore unico della Magna Grecia ed Eugenio Scarnera, ex ragioniere della Nuova Adelchi e amministratore unico della Gsc Plast) va riqualificato da “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” a “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”. Cambia, dunque, l’ipotesi di reato ma non l’impianto accusatorio che rimane sostanzialmente confermato, anche se bisognerà attendere il deposito delle motivazioni del Riesame, atteso nei prossimi giorni, per comprendere le ragioni del dissequestro. Propria sulla scorta delle motivazioni la Procura chiederà al Gip, con ogni probabilità, un nuovo sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente. 16 marzo 2011 – aggiornamento ore 18 di Andrea Morrone Questa mattina gli uomini del Comando provinciale della guardia di finanza di Lecce, al comando del colonnello Patrizio Vezzoli, hanno provveduto al sequestro di beni per un valore di circa ventiquattro milioni di euro riconducibili agli amministratori delle aziende che fanno capo al Gruppo. Il sequestro “per equivalente” ha riguardato ventotto beni immobili (diciassette fabbricati, anche due ville a Lucugnano e a marina di Andrano, e undici terreni, tra cui quelli su cui sorgono i capannoni industriali) e quote societarie di nove aziende. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal gip del Tribunale di Lecce, Maurizio Saso, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica di Lecce titolare dell’inchiesta, Giovanni De Palma. Cinque le persone iscritte nel registro degli indagati cui il provvedimento è stato notificato: il patron dell’azienda, Adelchi Sergio; i figli Sergio Adelchi Sergio e Cinzia Sergio, rispettivamente amministratori unici della Servizi tecnici aziendali e della Knk; Salvatore Ippazio Prete, direttore del personale della Nuova Adelchi ed amministratore unico della Magna Grecia; ed Eugenio Scarnera, ex ragioniere della Nuova Adelchi e amministratore unico della Gsc Plast. Il lungo e complesso lavoro di indagine svolto dalle fiamme gialle salentine, partito a gennaio del 2010, ha permesso di ricostruire un autentico gioco di scatole cinesi con cui le aziende, tutte di fatto riconducibili al Gruppo Adelchi, avrebbero prima licenziato e poi assunto centinaia di dipendenti. Un sistema che avrebbe così permesso, in maniera illecita, di ottenere sgravi contributivi e fiscali per poco meno di dieci milioni di euro, abbattendo in maniera sensibile il costo del lavoro. La normativa prevede, infatti, notevoli agevolazioni a livello fiscale per le aziende che assumono dipendenti licenziati e in stato di mobilità. La stessa normativa, però, considera truffaldino il licenziamento e la riassunzione di personale da parte di aziende che abbiano assetti societari pressoché identici. Proprio su questo punto si è concentrato il lavoro dei militari della guardia di finanza, che ha accertato come nove aziende apparentemente separate fossero in realtà tutte riconducibili al Gruppo Adelchi perché intestate a familiari o dipendenti. Tutte queste aziende (tranne la Sergio’s che ha sede a Specchia) farebbero riferimento in realtà in opifici della Nuova Adelchi, l’azienda madre che si trova sulla via provinciale Montesano-Tricase. Fondamentali, nel corso di mesi, si sono rivelate anche le testimonianze degli ex dipendenti del Gruppo, che hanno spiegato come in otto anni si siano persi più di duemila posti di lavoro, attraverso un circuito vizioso di scatole cinesi e di passaggi dei lavoratori da un'azienda all'altra. Le ipotesi di reato a carico dei cinque indagati sono di truffa aggravata ai danni dell’Inps e falso ideologico. Truffa all'Inps. Sequestrati 24 milioni di beni ad Adelchi Guai per Adelchi, l'azienda del calzaturiero di Tricase. Questa mattina la finanza ha sequestrato beni per un valore di circa 8 milioni di euro. Nell'ambito di un'inchiesta per presunta truffa aggravata all'Inps, risultano indagati Adelchi Sergio, Adelchi Sergio Sergio, Salvatore Ippazio Prete, Cinzia Sergio ed Eugenio Scarnera. La truffa riguarderebbe le assunzioni del personale in mobilità di Adelchi in aziende collegate. Seguiranno aggiornamenti

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